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Zes, D’Eramo: “Il commissario Zes deve essere direttore ARAP”

La proposta del deputato della Lega: "L’ARAP sta già lavorando alla zonizzazione attraverso il personale tecnico e giuridico e fornisce già assistenza alle amministrazioni comunali, in pieno accordo istituzionale con la Regione Abruzzo".

«Chiediamo che il commissario della ZES sia il direttore generale dell’ARAP, l’Azienda Regionale Attività Produttive dell’Abruzzo».

La proposta arriva dal coordinatore abruzzese della Lega, il deputato aquilano Luigi D’Eramo, a proposito dell’imminente decisione che riguarda la zona economica speciale regionale.

«Il territorio abruzzese ricadente all’interno della zona economica speciale – spiega D’Eramo – è di circa 1700 ettari, di cui 1200 rientrano all’interno delle competenze dirette e indirette dell’ARAP. Parliamo di circa i due terzi del totale. L’ARAP sta già lavorando alla zonizzazione attraverso il personale tecnico e giuridico e fornisce già assistenza alle amministrazioni comunali, in pieno accordo istituzionale con la Regione Abruzzo. La struttura, pertanto, è in grado di svolgere un ruolo di altissimo livello per le competenze maturate e per le professionalità al suo interno».

«Ecco perché appare del tutto logica la possibilità che il commissario sia lo stesso direttore generale in modo da centrare alcuni obiettivi molto importanti, non ultimo quello del risparmio dei costi visto che potrebbe operare in maniera gratuita e senza dover allestire un’ulteriore struttura con uffici e personale. Peraltro è di tutta evidenza che il nuovo commissario della ZES dovrebbe necessariamente interloquire con lo stesso direttore generale ARAP proprio per la natura del suo incarico. Infine è immaginabile che una simile soluzione potrebbe rendere molto più efficiente l’operazione visto che esiste un evidente profilo comune nelle azioni di coordinamento delle politiche insediative. I processi sarebbero più veloci e ottimizzati», aggiunge il parlamentare aquilano.

«Ci auguriamo che questa proposta, di buon senso, venga presa immediatamente in considerazione anche per tutelare le professionalità abruzzesi che nulla hanno a che invidiare a quelle che arrivano da altri territori», questa la conclusione.

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