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VIDEO. Battaglia politica per la vita dei Tribunali minori d’Abruzzo: tra Milleproroghe, emergenze e commissioni

[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/02/DiPangrazioTribunali_thumb315.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/DiPangrazioTribunali.mp4[/KGVID] A conti fatti, la vita dei Tribunali minori della Regione Abruzzo, questa volta, non è invischiata più in faide prettamente politiche di confine, ma pare essere il primo punto d’inchiostro all’ordine del giorno, ancora da spuntare, nell’agenda dei parlamentari d’Abruzzo e della Regione, che tanto si è promossa per la loro salvaguardia. L’emergenza maltempo e l’emergenza terremoto non hanno mollato un attimo il respiro dell’Abruzzo intero. Ora, però, ha preso il largo, di nuovo, in Regione, anche un altro tipo di emergenza, quale quella della cosiddetta giustizia minore.

A Roma, una conferenza stampa a Palazzo Madama ha riacceso le luci sulla vicina chiusura delle quattro sedi minori di legalità in Abruzzo, ossia: Vasto, Lanciano, Sulmona ed Avezzano. I senatori Paolo Arrigoni, (Lega), Maurizio Buccarella (M5S), Paola Pelino (FI), l’onorevole Filippo Piccone (Ap-Ncd) e la senatrice Stefania Pezzopane (PD) hanno richiesto al Governo una proroga almeno fino al 2021. Nel 2018, di fatti, scadrà il termine ultimo di sopravvivenza, previsto dal Decreto Milleproroghe del 2015.

Varie sono state le proposte avanzate e le strade tracciate dagli emendamenti al decreto Milleproroghe del 2017, ma la voce è solo una da parte dei parlamentari abruzzesi, proveniente da più parti politiche: i presidi di giustizia minori sono come ali piumate – sociali, produttive, di tutela ed anche economiche – per un territorio già in grave difficoltà.«E’ utile – afferma il presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Di Pangrazio, uno degli abili paladini che si è speso per la vita dei Tribunali minori – che qualcuno proponga al Governo dati certi alla mano e scevri dal campanilismo fra territori su cui questi Tribunali insistono, in modo tale che, nonostante la Politica faccia un passo indietro, lasciando il posto alla studio tecnico della Commissione super partes, tutto l’Abruzzo faccia molti passi in avanti per l’aspetto decisionale finale. Certo è che l’ultima parola viaggia sulla bocca della Maggioranza di questo Governo: siamo tutti impegnati, io in prima persona, non solo come presidente del Consiglio d’Abruzzo, ma anche come dirigente del Partito Democratico, a far comprendere al Governo, guidato da un Primo Ministro espressione del PD, così come è espressione del PD il Ministro della Giustizia, che vi è l’estrema urgenza e necessità di accogliere questa proposta che arriverà da parte della Regione Abruzzo».

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