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Vendita porchetta sul sagrato della Cattedrale: è polemica

Montanari: "Libera iniziativa del commerciante", De Angelis: "Stravolto progetto per far posto solo ad un bar"

“Con riferimento all’episodio occorso oggi pomeriggio su piazza Risorgimento, il Comando della polizia locale comunica che una propria pattuglia si è immediatamente attivata per controllare la posizione del venditore su area pubblica posizionatosi dinanzi al sagrato della cattedrale dei Marsi. Dal controllo è emerso che tale insolita sistemazione è scaturita da una libera e arbitraria iniziativa del commerciante il quale, sebbene autorizzato a vendere e a posizionarsi nelle vicinanze della piazza, precisamente all’angolo tra via G. Fontana e via G. Marconi, quest’oggi ha invece deciso di spostarsi e occupare con il proprio cassone mobile, l’area antistante il sagrato della chiesa”. Lo fa sapere il comandante della Polizia Locale di Avezzano, Luca Montanari.

“Altrettanto immediate – continua – sono scattate le sanzioni amministrative, nonché l’ordine di chiusura e di allontanamento dell’attività disposto dagli agenti di polizia locale, anche se, a causa delle dimensioni e delle caratteristiche costruttive del mezzo di vendita, la situazione si è potuta effettivamente risolvere solo dopo qualche tempo, finendo tuttavia immortalata in più di un post”.

Il Comando della polizia locale sta anche valutando se sussistono gli estremi per procedere penalmente nei confronti dell’esercente, ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, considerato che quella porzione di piazza è sottoposta a vincolo della soprintendenza.

Sulla questione era intervenuto anche l’ex sindaco De Angelis che su Facebook aveva attaccato il Commissario Passerotti: “Spostare panchine in marmo, stravolgendo un progetto di arredo urbano, per far posto ad un solo bar e arrivare ad autorizzare una vendita di generi alimentari ai piedi di un luogo consacrato significa dare uno schiaffo alla dignità di una città intera. Esistono tanti altri modi e tanti altri luoghi, persino più efficaci, per garantire il sacrosanto diritto al lavoro”.

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