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Un pizzico d’Abruzzo nei gialli di Roma: chef-investigatore aquilano nel Programma TV ‘Italian Detective’

Il sorriso cresciuto di L’Aquila città su Rai 4. Scorgere ancora una volta il profilo contemporaneo ed antico al tempo stesso della bell’Aquila cittadina, vederne nuovamente i pavimenti, gli occhi funambolici degli edifici e gli scheletri senza pelle delle strutture che devono essere ancora costruite, significa gridare di nuovo il suo potenziale turistico ed umano. Ma in TV. L’Italia fa scuola di gialli risolti. E la fa, innescando i profili di alcuni personaggi chiave, reali investigatori privati della porta (e dell’armadio pieno di scheletri) accanto. Fra di essi, c’è anche Felice, aquilano DOC, che collabora con il team prescelto per questo innovativo ed appetibile reality show tutto romano. Il cast è un pullulare di talenti da GPS e video: c’è Rita, ‘mamma’ in giallo e veterana dell’agenzia, Matteo, la ventata d’innovazione della squadra e socio nemmeno trent’enne di Rita e Massimo, di vent’anni, figlio minore del boss in gonnella, stagista e studente di Economia e Commercio. E poi è apparso lui, cuoco e detective insieme, aquilano di una L’Aquila abituata a non fermarsi al primo ostacolo della vita o alla prima fermata istintiva del bus. Questo ‘lui’ si chiama Felice, padre di due bimbi. Felice vive a L’Aquila e mantiene un ristorante in centro. Cucina e misteri, quindi: un mix da prima scelta.

 

img_5128‘Italian Detective’, questo il nome prescelto per la serie TV, partita sabato sera sul canale 21 del Digitale Terrestre, è basata sulle riprese dal vivo del lavoro di un’agenzia investigativa di Roma. Dodici gli episodi, da cinquanta minuti ognuno, che faranno muovere in avanti le lancette dell’orologio della curiosità umana, quella fatta di fame di misteri con le occhiaie, che non muore davvero mai. La serie è una produzione italianissima, firmata da Magnolia per Rai Fiction e si pone a metà strada fra la risma del documentario e lo storytelling della fiction vera e propria. ‘Italian Detective’ parla di una spy story, ma con un tocco di umanità in più. Freddi i metodi d’indagine, infatti, ma caldi i finali a sorpresa e i legami tra le persone.

img_5129Sabato sera, in prima TV, quindi, è stata fatta vedere una parte della città aquilana, ferita dal terremoto del 2009. «Quella notte, – ha raccontato alle telecamere di ‘Italian Detective’, Felice, durante la prima puntata della serie – si scorgeva solamente una nuvola enorme di fumo, dipartente dal ventre della città. Dopo un po’ di tempo, si sono udite sirene spiegate da ogni dove: solo allora, ci siamo resi conto della gravità del fatto. Noi, all’epoca, – ha detto ancora Felice – vivevamo a Roma. Dopo il terremoto, però, accaduto oramai sette anni fa, abbiamo deciso di tornare ‘a casa’, in Abruzzo, e di provare a fare qualcosa in città e per la città. A quel punto – ha raccontato – abbiamo pensato di aprire un ristorante in centro. Sono cinque anni, adesso, che viviamo qui. Ciò che il sisma mi ha consegnato con l’amaro in bocca, è stata la consapevolezza di poter perdere i miei familiari all’improvviso: credo che il più grande insegnamento che il terremoto, ad oggi, ci ha consegnato è proprio quello di godersi le persone alle quali si vuole bene, secondo per secondo, minuto per minuto. Almeno questo avremmo dovuto impararlo da quella tragedia umana e materiale».

 

img_5133‘Italian Detective’, quindi, nel suo cuore filmico, ha pensato di inserire bene anche un frammento di una città abruzzese, bellissima, sinuosa ed energica al tempo stesso, che ancora aspetta la sua ripartenza effettiva. Un po’ come tutte quelle ripartenze, in chiave risolutiva, attese delle mille ed una indagini iniziate e portate avanti, nel corso delle puntante, dal team investigativo di Roma: una vera e propria torcia nella notte del mistero, puntata a smascherare inganni, tradimenti e bugie che, a volte, possono fare davvero male. La genialità dei 12 episodi spetta a Claudio Canepari, già autore e regista di format televisivi e fiction TV come ‘Milano-Roma’ e ‘Scacco al re – La cattura di Provenzano’. Ma quella del detective, in fondo, lo capiamo bene, è una professione strana, annaspante, curiosa ma seriosa al contempo. Protette e sigillate nelle tasche dell’impermeabile del detective alla Maigret, infatti, rivivono, come uscite da un lungo coma di buio, le vite risollevate delle persone e si dipanano sospetti e nodi mai venuti al pettine. In fondo, nel lavoro del detective, si segue una filosofia quasi socratica, tendente alla scoperta del vero. Potremmo quasi dire, quindi, che, investigando, si fa del bene, perché, nel fondo del bicchiere della morale umana, si scuciono ferite cucite, a loro tempo, in malo modo, sanandosi definitivamente. Concludono il cast: l’amica di una vita di Rita, Roberta, Marina, dottoranda in Biologia, Moena, laureanda in Scienze Investigative, Marlon, investigatore new age e Amedeo, veterano del gruppo. La Miss Marple romana, quindi, si avvarrà anche del carattere di un abruzzese dal guscio mentale duro e testardo. Indagini a tutto spiano, su Rai 4, grazie al piano strategico, che porta in TV anche un po’ di casa nostra. Svelare un mistero è come togliere il velo dell’imbarazzo da una realtà sottaciuta.

 

 

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