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Terremoto, da Poggetello (frazione di Tagliacozzo) 1090 euro di storie di solidarietà e vicinanza

 

Un cuore si dice grande quando riesce a frantumarsi in mille pezzi. Sì, perché ognuno di questi, se abilmente donato, potrebbe riuscire, nella realtà dei fatti, a rendere felici altrettanti mille cuori pulsanti, ma sgretolati a metà a causa di un dolore immane provato. L’unica aria buona che si respira, è quella che viene sussurrata dalle bocche di più persone, come fosse un’unica esalazione di gruppo solidale. E proprio la solidarietà ha toccato la testa di Poggetello, frazione montana di Tagliacozzo, lo scorso 25 agosto. Una cena di beneficenza, infatti, è stata organizzata da tre attori sociali del territorio, che, proprio a Poggetello, sono soliti unire l’utile di uno scopo spirituale al dilettevole di un’attività di comitiva e di gruppo reale. La Pro Loco locale, in stretta sinergia con il Consiglio pastorale della Parrocchia di Santa Maria delle grazie ed assieme al Comitato Festeggiamenti San Rocco 2016 ha raccolto, attraverso un pasto solidale, ben 1090 euro totali, i quali, grazie alla mediazione del Nucleo di Volontari della Protezione Civile di Tagliacozzo, sono andati ad irrorare, nel vero senso della parola, il campo di accoglienza costruito a Grisciano, per accogliere i sopravvissuti alla ferita sismica della terra, accaduta il 24 agosto scorso.

 

 

img_4903Un intervento, quindi, istantaneo ed efficace, questo, che ha permesso al campo tende di Grisciano di irrobustirsi di materiale utile per affrontare, soprattutto in questi giorni di primo freddo autunnale, le bizze del tempo atmosferico e della quotidianità capovolta. Christian Rossi, dal canto suo, presidente del N.O.V.P.C. di Tagliacozzo, da settimane in azione a Grisciano, frazione di Accumoli, zona colpita dal sisma del Centro Italia, parla di «almeno 104 persone accolte nel campo di accoglienza nell’immediato, rifocillate e rasserenate. Adesso, sono rimasti in 11 qui al Campo, ma – dice – la presenza delle forze sociali della Colonna Mobile della Regione Abruzzo è costante; rimarremo qui sino alla fine dell’emergenza». Grazie alla frazione di Poggetello, quindi, ed al suo buon cuore soprattutto, si è arrivati a poter acquistare, nell’immediatezza, materiale utile per il campo, come fil di ferro, attrezzatura per l’impermeabilizzazione della cucina e cordini, quindi tutto ciò che potesse riuscire a rendere il campo base assolutamente perfetto a fini pratici. Il denaro è stato raccolto attraverso una cena di beneficenza che si è svolta a Poggetello; tutta la popolazione della frazione di Tagliacozzo non ha battuto ciglio di fronte al disastro della natura.

 

img_4902Nel frattempo, Grisciano, cittadella rasa al suolo dal terremoto spaventoso, oggi sta rivivendo e continuando a sopravvivere ancora nei pensieri dei suoi abitanti che sono rimasti ‘a casa’, quindi nel campo accoglienza. «Si tratta più che altro – dice Christian Rossi, sul luogo della tragedia assieme ai suoi colleghi della Protezione Civile da almeno l’alba del giorno dopo del sisma – di allevatori del luogo, che hanno il bestiame (cavalli, pecore e vacche) ancora sul posto, allo stato brado. Non potendolo lasciare in solitudine gli armenti, gli allevatori sono ancora qui, nel mezzo, oramai, delle rovine di una vita che fu. Tutti gli altri sfollati, invece, sono stati trasferiti in altre zone di accoglienza e nei vari hotel. Ma Grisciano, così come Accumoli ed Amatrice, continua ad esserci e ad essere presente nelle movenze di chi ha passeggiato per le sue strade tutti i santi giorni della sua vita. Tornare alla normalità, in questi casi, diventa un’operazione lenta, tanto quanto lento può essere il sole che rinasce, dopo un infinito tramonto».

 

img_4901Il campo di accoglienza è totalmente gestito dalla Colonna Mobile della Regione Abruzzo. In essa, confluisce anche l’Associazione tagliacozzana di Christian Rossi, assieme ad altre Associazioni ‘sorelle’ del territorio sia marsicano, che abruzzese. Poggetello, posto incantevole situato sul dorso dell’Appennino centrale, tra i Monti Simbruini, ad una altezza di 850 metri sul livello del mare, vive principalmente di agricoltura e di convivialità. Ha dimostrato, in questa occasione, che la vita è una sola e non esiste cartina geografica divisa tra un posto e l’altro, ma solo una geografia condivisa. Tra le ferite della terra, il sorriso di un aiuto è il paradiso più bello che possa esistere.

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