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Sanità: ad Atri una metodologia ibrida altamente innovativa per i tumori dell’apparato digerente

Al via ufficialmente all’ospedale San Liberatore di Atri l’Unità Operativa Semplice di Ecoendoscopia, alla cui guida è stato posto il dottor Carmelo Barbera. Lo annuncia il consigliere regionale Luciano Monticelli, che si dichiara soddisfatto del processo di rilancio che nell’ultimo periodo sta interessando l’ospedale della città ducale.

«Dopo i rinforzi – precisa in merito – che negli scorsi mesi hanno visto arricchire lo staff di Pediatria, Oculistica e Urologia di nuovi medici e la nascita dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Urologia e Andrologia, il nosocomio atriano aggiunge oggi un tassello in più: una struttura ex novo, indipendente dalla Unità Operativa Complessa di Teramo alla quale finora aveva fatto riferimento e che, proprio per questo, è una grande conquista».

Innegabile il ruolo di primo piano che, a partire da oggi, il San Liberatore rivestirà grazie a questa nuova metodologia. «Si tratta – spiega meglio il dottor Barbera – di una metodica ibrida, presente a macchia di leopardo nel Nord Italia e mancante al Centro-Sud. Grazie ad essa, è possibile procedere alla stadiazione di tutti i tumori dell’apparato digerente, soprattutto per ciò che concerne pancreas e fegato. Una specializzazione tipica dei centri di eccellenza, che farà del San Liberatore una punta di diamante del territorio teramano».

La metodica in questione consente numerose applicazioni. «Una fra tutte – continua Barbera – riguarda la possibilità di andare oltre gli approfondimenti diagnostici tipici, ad esempio, della Tac, perché consente di effettuare anche una agobiopsia, dunque un vero e proprio esame istologico». Non solo. Ad Atri, grazie alla ecoendoscopia sarà possibile procedere anche con l’implementazione dello screening del tumore del colon: una opportunità che si tradurrà in un aumento di pazienti che potranno usufruire della diagnosi precoce.

«Possedere una Unità di questo genere – sottolinea Luciano Monticelli – in un contesto nazionale nel quale tale metodologia ibrida è poco presente significherà molto per l’ospedale di Atri: da una parte sarà possibile ostacolare la migrazione di pazienti verso altri centri, dall’altra farà di questo nosocomio una forza attrattiva per altre regioni. Mi preme ringraziare il dottor Candeloro Baldassare – continua –, che finora ha egregiamente gestito da solo il servizio di endoscopia digestiva. Completiamo oggi il ventaglio delle prestazioni offerte dalla Gastroenterologia e forniamo un ulteriore supporto per le indagini al I livello nello screening oncologico. Da questo momento sarà possibile fare ad Atri ciò che in altri luoghi manca: un bel passo in avanti per una sanità attenta alle esigenze della popolazione».

 

 

Fonte Regione Abruzzo

Foto di http://www.mondobenessereblog.com

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