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Riabilitazione: “Provincia L’Aquila penalizzata”

Segretario Confsal, Fabio Frullo: "Qui si spendono 21 euro ad abitante, nel Teramano 57"

“Per scelte sbagliate nel passato i guariti da Covid che necessitano di riabilitazione potrebbero essere costretti a spostarsi fuori provincia o addirittura fuori regione”.

A lanciare l’allarme è il segretario generale Confsal, Fabio Frullo, che sollecita l’intervento della Regione, della Asl e dei sindaci dell’Aquila, di Avezzano e di Sulmona.

La nota, già pubblicata sui quotidiani cartacei, non è stata inviata a tutte le redazioni web, ma – alla luce dell’importanza del tema per la cittadinanza di tutta la provincia dell’Aquila e ritenendo fondamentale che i dati in questione vengano divulgati – Info Media News ha comunque chiesto una copia del comunicato che riportiamo integralmente.

“La terribile pandemia da Covid-19, che sta colpendo questo territorio, riporta alla luce il conosciuto problema della disparità di trattamento tra la zona dell’entroterra abruzzese e le altre. Infatti, i pazienti Covid vanno prima identificati, trattati e successivamente supportati e la riabilitazione è uno dei temi fondamentali di questa patologia, in quanto oggi è pieno di pazienti impegnati a recuperare la piena efficienza fisica dopo la malattia. In questo quadro, le scelte effettuate nel tempo dalla Regione appaiono sconcertanti”, aggiunge la nota.

“Per quanto riguarda la riabilitazione, la Regione attribuisce alla Asl dell’Aquila un budget di 6.556.465 euro per 309.820 abitanti. Differentemente, ne prevede 21.634.243 per Chieti che ha 397.123 abitanti, 14.535.122 per Pescara con 323.184 abitanti e 17.706.212 per Teramo con 312.239 abitanti”, prosegue.

“Da ciò, il valore medio annuo pro-capite per ogni cittadino della provincia dell’Aquila è di 21 euro, mentre per Chieti è di 54 euro, per Pescara è di 45 euro e per Teramo è di 57 euro. In grande sintesi: un abitante della provincia dell’Aquila ha 21 euro per la riabilitazione, uno di Chieti 54, uno di Pescara 45 e uno di Teramo 57. La sventura di nascere in un territorio straordinario, ma già colpito da un sisma devastante è aumentata da scelte politiche inaccettabili. Non può esserci differenza di trattamento nel campo della salute e la politica ha come compito principale quello di garantire la parità di trattamento tra le persone più bisognose”, dichiara ancora.

Frullo, poi, spiega che “ulteriore conferma che il budget attribuito alla provincia dell’Aquila non corrisponde al fabbisogno effettivo è fornito dalla stessa Asl, che è costretta a subire un saldo di mobilità passiva per prestazioni riabilitative per circa 3.000.000 di euro verso strutture extraregionali o extra-provinciali. In sostanza, un paziente aquilano, è costretto a curarsi fuori dalla sua provincia o addirittura fuori dalla sua regione”.

“A questo si aggiunga che un riequilibrio della media pro-capite regionale (44,25 euro) comporterebbe un lavoro a tempo indeterminato per più di 200 persone, ovvero per tutte quelle qualifiche professionali fondamentali per la riabilitazione. Insomma, è come se nel tempo la Regione ci avesse scippato una fabbrica a favore di altri territori. Lancio un appello affinché si lavori insieme, al di la delle appartenenze, per un necessario riequilibrio territoriale”, conclude.

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