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PD Abruzzo: “La strada è l’unità, va seguita anche nei ballottaggi”

Fina: "A Sulmona addirittura sono stati smentiti tutti i pronostici con Gianfranco Di Piero che arriva al ballottaggio come primo con quei mille voti più della coalizione. Sono tutti risultati straordinari”.

“Il mio appello per il secondo turno è all’unità, si unisca dove si non si è riuscito a unire. E’ naturalmente rivolto anche al Movimento Cinque Stelle, siamo forze che stanno governando insieme a livello nazionale e che dovunque raccontano di un’interlocuzione viva: quella in Regione Abruzzo è tra l’altro tra le migliori. Il dialogo tra noi è naturale e sarà naturale nell’ambito del lavoro per costruire una piattaforma alternativa per l’amministrazione regionale, una responsabilità ancora più forte dopo il consenso ricevuto in queste elezioni”: lo ha detto Michele Fina, segretario del Partito Democratico regionale, nel corso della conferenza stampa di analisi, che si è tenuta all’Aquila, del primo turno delle elezioni amministrative e in vista dei ballottaggi che riguarderanno cinque città abruzzesi.

Fina ha spiegato che “i nostri avversari hanno pagato il malgoverno della Regione Abruzzo. Rivolgo un consiglio non richiesto ai candidati del centrodestra ai ballottaggi: non invitate alle prossime iniziative gli amministratori e il Presidente della Regione”. Alla base del successo generale del Pd e del centrosinistra per il segretario Fina c’è l’unità, “un valore assoluto che vogliamo riportare nei ballottaggi. Abbiamo unito il Pd e gli abbiamo dato una funzione unitaria, il Pd raggiunge ottimi risultati perché ha rinunciato all’arroganza e all’autoreferenzialità. Siamo stati un partito coalizionale, abbiamo unito dovunque fin dove era possibile, dove non è stato possibile non è stato per responsabilità nostra: Sulmona è in questo senso un esempio straordinario. La divisione la paghiamo a Roseto: qui nonostante Sabatino Di Girolamo abbia amministrato bene, la maggioranza si è divisa, non per responsabilità sua o del Pd”.

Fina ha preso come riferimento le città che andranno al ballottaggio per misurare il successo del Pd e del centrosinistra: “Francesco Menna e Luisa Russo vi arrivano con quasi il 50 per cento al primo turno, Leo Marongiu ha conquistato il secondo turno in modo insperato con più consensi della sua coalizione a fronte di un avversario che invece ha raccolto meno consensi della coalizione. A Sulmona addirittura sono stati smentiti tutti i pronostici con Gianfranco Di Piero che arriva al ballottaggio come primo con quei mille voti più della coalizione. Sono tutti risultati straordinari”.

In quattro su cinque delle città che vanno al ballottaggio il Pd è il primo partito e in quattro su cinque di queste le forze di centrosinistra si attestano tra il 40 e il 50 per cento dei consensi. Mentre, sempre in quattro su cinque delle maggiori città, il centrodestra si ferma tra il 20 e il 30 per cento. Il segretario del Pd Abruzzo ha sottolineato anche un dato straordinario: in quattro su cinque delle città che andranno al ballottaggio il più votato è una donna: quindi “l’idea che le donne non possano svolgere un ruolo di protagonismo nella competizione elettorale, quella più difficile, è smentita dai fatti”.

Ringraziamento “ai nostri candidati e alle nostre candidate che hanno avuto un risultato straordinario, hanno dimostrato di essere la migliore sintesi. Si tratta di persone innamorate della propria città e questo è stato percepito dai cittadini. Si è votato e si vota per la guida delle città, non vogliamo mettere bandierine di nessun tipo, i partiti politici non servono a fare la conta dei voti politici, come ha fatto il Presidente della Regione che ha dimostrato di essere soprattutto leader del proprio partito. I partiti servono a essere a disposizione di chi si candida a guidare le città. I tre temi di cui si è discusso di più sono stati la salute, il sapere e il lavoro: su tutti e tre siamo impegnati e abbiamo le idee chiare, i cittadini lo hanno capito, non hanno capito le ambiguità e la confusione dei nostri avversari”. Fina ha anche sottolineato di sentire “la responsabilità dell’alto tasso di astensione, si tratta di un segnale di un’insoddisfazione che dobbiamo colmare”.

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