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Nuovo Municipio, il Comune cerca spazi per l’Agenzia delle Entrate

La giunta avvia l’iter per la valutazione della capienza dell’immobile

Spazio all’Agenzia delle Entrate nel nuovo Municipio al quartiere “La Pulcina”: la giunta comunale affida al dirigente il compito di “valutare la capienza dell’immobile” in località di via Aldo Moro -destinato a ospitare la sede unica dell’Ente- “per verificare la possibilità di accogliere anche gli uffici territoriali dell’Agenzia ad Avezzano”. L’opportunità è stata valutata favorevolmente dall’amministrazione che, alla luce della drastica diminuizione del numero dei dipendenti rispetto a 15 anni fa, ha dato un ok di massima alla richiesta del direttore regionale: l’Agenzia delle Entrate necessita di locali per 68 dipendenti, più gli spazi per il fronte office e l’archivio.

“Alla luce dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, sia rispetto alla diminuizione del numero dei dipendenti dell’Ente, che all’acquisizione al patrimonio pubblico del piano terra inizialmente destinato alle imprese costruttrici”, afferma il vice sindaco, Domenico Di Berardino, “riteniamo percorribile la richiesta dell’Agenzia delle Entrate”. In quest’ottica la giunta ha affidato al dirigente di settore, l’architetto Antonio Ferretti, la verifica della capienza della nuova sede unica del Comune nel quartiere “La Pulcina”, con l’obiettivo di aprire le porte all’Agenzia delle Entrate.

L’operazione, se andrà in porto, porterebbe importanti risorse nelle casse dell’Ente che, dopo la transazione con l’Irim che ha messo la parola fine al lungo contenzioso, punta a completare l’immobile dove, in prima battuta, si era pensato al trasferimento della sola Polizia locale in un’ala del nuovo Municipio. I fondi attualmente disponibili, infatti, non consentono il completamento dell’intero stabile: per questo l’amministrazione Di Pangrazio ha partecipato al bando nazionale “rigenerazione urbana” che prevede la concessione di finanziamenti fino a 5 milioni di euro. Ora, però, la richiesta dell’Agenzia delle Entrate ha cambiato le carte in tavola: con i proventi dell’affitto, infatti, l’amministrazione avrebbe fondi certi ogni anno per accendere un mutuo e portare la storica incompiuta del contratto di Quartiere II alla meta.

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