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Luco: accusato di tentato omicidio, assolto

I fatti risalgono al 2011 quando l'uomo avrebbe tentato di uccidere, secondo l'accusa, due suoi connazionali, investendoli con la propria auto

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Magrebino assolto dall’accusa di tentato omicidio.

Secondo il capo di imputazione aveva cercato di uccidere due suoi connazionali, un uomo ed una donna.

Lo scorso giovedì è stato assolto dal tribunale di Avezzano M.E.B. magrebino di 39 anni, da molti anni presente sul territorio marsicano, difeso dall’avvocato Mario Del Pretaro.

I fatti risalgono al 2011 quando M.E.B avrebbe tentato di uccidere due suoi connazionali un uomo ed una donna, rispettivamente marito e moglie, investendoli con la propria auto.

L’episodio verificatosi in piena notte, nel centro di Luco dei Marsi, ha un antefatto. Nello stesso periodo, infatti la moglie di M.E.B, un’italiana di 37 anni di Luco dei Marsi, aveva sporto una denuncia per violenza sessuale, accusando un uomo magrebino, di violenza sessuale, che poi sarebbe stato prosciolto nel processo, tenutosi successivamente.

L’uomo accusato di violenza dalla luchese, sposata con M.E.B, era lo stesso uomo che M.E.B avrebbe cercato di investire.

Secondo l’ipotesi investigativa, quindi, l’imputato in piena notte, mentre era alla guida del proprio autoveicolo, una Opel Astra nera avrebbe cercato di attuare la sua vendetta tentando di investire il molestatore.

Ad avere la peggio sarebbe stata la moglie di quest’ultimo anche lei del Marocco, che si trovava insieme a lui nel momento M.E.B ha posto in essere la manovra.

La magrebina era stata subito soccorsa da una ambulanza del Pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, dove le erano state diagnosticate lesioni guaribili in 15 giorni.

Le risultanze istruttorie hanno portato il Tribunale di Avezzano ad escludere il tentativo di omicidio e ad assolvere l’imputato perché il fatto non sussiste. Nel corso del processo la difesa ha evidenziato che la condotta dell’imputato non era finalizzata ad uccidere, oltre alla generale insufficienza dell’istruttoria.

Tutti elementi che hanno condotto il collegio del Tribunale, presieduto dalla dottoressa Camilla Cognetti, ad assolvere il magrebino.

L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Elisabetta Labanti.

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