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LFoundry e incertezze, i lavoratori sottoscrivono un “manifesto”

Continua nella sede consona, il confronto tra la direzione aziendale e la delegazione sindacale. Intanto, i dipendenti firmano all'unisono un documento con il quale testimoniano dubbi e incertezze. "Il futuro non si costruisce solo con i moves".

LFoundry Avezzano. Prosegue il confronto tra la Direzione aziendale e la delegazione sindacale sulla gestione dell’emergenza Covid-19, tra le pareti della più grande azienda della Provincia dell’Aquila, da 1500 dipendenti.

Urge focus sui temi industriali. E’ stato fissato un incontro tra le parti, che si svolgerà questo martedì 19 maggio. A sostegno delle posizioni sindacali, è stato firmato un “manifesto” da parte di numerosi lavoratori. Un gesto collettivo e tangibile per rafforzare, a detta loro, “la tesi
sindacale, esplicitando anche per iscritto i propri dubbi e le proprie preoccupazioni sull’andamento dell’azienda”.

Un documento trasversale che unisce ulteriormente i 1500 dipendenti dello stabilimento marsicano, in un unico coro di protesta. È con questo spirito che la RSU accoglie e fa proprio quanto manifesto scritto, rilanciando con forza le rivendicazioni portate avanti sino ad adesso, sul tavolo della trattativa.

Di seguito, il testo integrale del manifesto firmato:

Il Futuro non si costruisce solo con i moves.

La richiesta di ammortizzatori sociali per far fronte alle limitazioni produttive imposte dall’emergenza COVID-19 è stata recepita con responsabilità dal cosiddetto gruppo dei “lavoratori indiretti” di Lfoundry, sebbene diversi fossero i dubbi in merito, dato che le attività di tali gruppi non sono impattate in maniera direttamente proporzionale dalla riduzione dell’attività produttiva del Fab. Risulta infatti miope la visione dell’azienda per cui al minimo rallentamento produttivo, per giunta per un arco temporale ridotto, si debba ricorrere alla riduzione di lavoro anche per quella parte che non è direttamente coinvolta con la movimentazione del materiale (moves) ma che svolge un importante quanto essenziale lavoro per assicurare qualità e resa dei moves stessi, oltre che a gettare le basi per assicurarsi i moves nel futuro prossimo, così come fatto in passato per quelli in essere adesso. In quest’ ottica, anzi, le attività dei gruppi di supporto dovrebbero essere intensificate proprio per sfruttare lo scarico della linea e fare innovazione/sperimentazione/manutenzione.

Di fatto, prima ancora che le disposizioni del Governo per l’emergenza COVID-19 fossero esplicitate e implementate, il gruppo dei lavoratori indiretti stessi aveva dimostrato responsabilità e propositività, stimolando l’azienda ad adottare la modalità di smart-working, consapevole di come potesse essere funzionale alla emergenza contingente e identificando nell’emergenza stessa un possibile banco di prova per verificare le potenzialità di uno strumento utile a proiettarsi nel futuro prossimo, in termini di efficientamento e flessibilità del lavoro. Tale soluzione si è rivelata fondamentale per mantenere le richieste di distanziamento sociale in azienda, con un buon risultato in termini di efficienza lavorativa, tanto da doversi considerare il prima possibile una seria discussione in merito, per implementare metodologie e strumenti che lo rendano strutturato in maniera permanente nella organizzazione lavorativa.
Nondimeno il succitato senso di responsabilità e sacrificio in nome della organizzazione è dimostrato dal regime di CDS a cui il gruppo di lavoratori indiretti è stato chiamato ininterrottamente da oramai quasi 18 mesi, pur essendo chiaramente venute meno le ragioni strutturali che ne vedevano l’attuazione, ovvero la transizione al nuovo sistema MES e il completamento del processo di acquisizione da parte della nuova proprietà.

Dalle notizie che però giungono dai recenti tavoli di discussione tra Dirigenza Aziendale e Sindacati per via dell’emergenza COVID-19, sembra evincersi la volontà della Dirigenza di usare la situazione contingente per dirimere potenziali problematiche strutturali, per altro mai sollevate ufficialmente sino ad adesso, ovvero ore di lavoro in eccesso che improvvisamente sono attribuibili al gruppo dei lavoratori indiretti nella quantità del 20%.

A tal proposito è utile sottolineare come la fiducia degli indiretti nei confronti della dirigenza aziendale è attualmente ai minimi storici per diverse ragioni che nel tempo si sono sommate e che qui elenchiamo in ordine cronologico:

● Utilizzo improprio degli ammortizzatori sociali
● Scelte discutibili riguardo al nuovo MES che hanno fortemente impattato la già spuntata
efficienza lavorativa per via della prolungata CDS.
● Completa assenza di sistemi condivisi di performance review e di career path per tutti i
dipendenti
● Recenti dichiarazioni di mancanza di stima nei confronti dei lavoratori esplicitate alle ultime
riunioni, con particolare riferimento alle professionalità che sino a poco fa erano invece
enumerate tra le ragioni principali di acquisto e di vanto da parte della nuova proprietà.
E’ fonte di preoccupazione inoltre constatare come queste evidenze convergano in una quasi totale esclusione dalle priorità della dirigenza aziendale di aspetti altri alla pura metrica di moves, aspetti che al contrario si ritengono fondamentali per costruire il futuro della organizzazione: Quality, Continuous Improvement e R&D. Questi tre pilastri e una politica di cambiamento all’insegna degli stessi erano stati recepiti come segno di discontinuità della nuova proprietà rispetto al passato, cosa che non si evince da quanto sopra esposto.
Per tale ragione con questo documento si intende affermare la assoluta indisponibilità a vedere ulteriormente calpestate dignità e professionalità dimostrata sino ad adesso dai lavoratori indiretti, attraverso manovre non chiare, che continuino a richiedere sforzi finanziari e riduzione delle ore lavorative che metterebbero a rischio lo sviluppo del futuro prossimo della organizzazione.
In conclusione il personale indiretto richiede:
● Cessazione della CIGO, anche per le eventuali ulteriori settimane che vedrebbero una
riduzione dei moves per via delle restrizioni imposte dalla emergenza COVID-19.
● Intensificazione della modalità di smart-working, laddove possibile, per supportare le
necessità di distanziamento richiesta dalla emergenza, in modo da poter portare avanti lavori
e progetti fondamentali per presente e futuro della organizzazione
● Cessazione della CDS anche per i mesi residui al primo accordo, essendo da tempo decadute
le ragioni per averla in piedi ed essendo dannosa per il futuro della organizzazione.
Contestualmente, in attesa che le richieste trovino un seguito da parte della dirigenza, per rispetto della professionalità dei lavoratori e poiché l’eccessiva disponibilità a sacrificarsi per il bene dell’organizzazione si ritorce contro i lavoratori stessi – a tal proposito si ritiene opportuno sottolineare che data questa situazione, tutte le linee di credito come mutui e prestiti necessari per condurre una vita normale dei lavoratori e delle loro famiglie sono preclusi attualmente per via della incertezza indotta dal persistere di CIGO/CDS – si afferma che,
alcuna ora lavorata in eccesso rispetto a quelle dovute sarà svolta per garantire il normale evolversi del lavoro ingegneristico o anche solo per ridurne l’impatto di un eccessivo rallentamento.

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