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L’Aquila: scoperti tesori archeologici da cantiere Torrione

Professor Fabio Redi (coordinatore scientifico degli scavi): "Questo ritrovamento ci fa escludere fin da adesso che si tratti di una struttura a carattere funerario di età imperiale"

Il restauro del Torrione dell’Aquila, finanziato dalla Fondazione Carispaq e dall’ANCE L’Aquila, inizia a restituire le prime attese scoperte.

L’indagine archeologica, iniziata tre settimane fa, contribuendo ad arricchire il dibattito sulla funzione e sulla datazione del manufatto, sta dando infatti risultati molto interessanti.

“Gli archeologi – dichiara il Prof. Fabio Redi coordinatore scientifico degli scavi – hanno rinvenuto, a circa 1,70 m dal piano stradale, lo spiccato del monumento in perfetto apparato murario in pietra, a grossi conci di calcare massiccio, con pianta regolarissima ellittica, dalla quale aggetta verso la città un semi pilastro a sezione rettangolare. Le fondazioni della struttura appaiono molto solide, estese in orizzontale e in profondità, realizzate anche in funzione del peso notevole del manufatto. Questo ritrovamento ci fa escludere fin da adesso che si tratti di una struttura a carattere funerario di età imperiale, in quanto è realizzata con materiali di spoglio; tuttavia è ancora troppo presto per affermare che appartenga all’acquedotto trecentesco di Santanza piuttosto che a opera idraulica di epoca successiva, costruita per la compensazione piezometrica della pressione dell’acqua che aveva creato problemi di flusso in città”.

Il rinvenimento, che contribuisce ad arricchire la storia passata della nostra città, sarà opportunamente restaurato e lasciato a vista fin dalla base interrata.

“In tal modo – continua l’Arch. Fabio Andreassi direttore dei lavori incaricato da Ance L’Aquila – si potrà regalare alla città e al visitatore la testimonianza di un’opera idraulica monumentale di singolare bellezza, la quale, come le tante fontane che fin dalla fondazione arricchiscono la nostra città, ribadisce il legame indissolubile dell’Aquila con l’Acqua. Per far ciò è necessario proseguire le indagini archeologiche per risolvere il dilemma della cronologia del manufatto. Sarà indispensabile estendere l’area di scavo per favorire l’abbassamento del piano di calpestio finale che consenta di apprezzare opportunamente lo spiccato originale del monumento”.

Alla luce dei nuovi ritrovamenti state previste ulteriori lavorazioni in variante già condivise dalla Fondazione Carispaq che sta gestendo direttamente l’intervento, con la Soprintendenza ABAP L’Aquila, il Comune di L’Aquila sotto la supervisione del responsabile scientifico degli scavi archeologici Prof.Fabio Redi.

Sono previste, quindi, ulteriori quattro settimane di scavo archeologico a cui seguirà la realizzazione di un muro di contenimento con lavorazione faccia vista e di una gradonata di accesso al nuovo piano di calpestio posto alla base dello spiccato del rinvenimento.

Insieme alla rielaborazione del progetto di illuminazione è prevista la predisposizione di una ricostruzione virtuale dell’alzato del monumento a scopo didattico, per far meglio comprendere a un pubblico più vasto il significato e la portata estetico-architettonica dell’opera.

Per questi ulteriori lavori è previsto un aumento dell’importo iniziale di 30mila euro che la Fondazione Carispaq si è impegnata ad erogare, portando così l’impegno complessivo a circa 200mila euro.

“Questo restauro – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Carispaq Domenico Taglieri – ci sta riservando molte sorprese e si va definendo come un intervento fondamentale ed identitario per la nostra città che, di fatto, restituirà un monumento molto più importante di quello che credevamo. In un contesto in cui molti quartieri sono privi di spazi di aggregazione, l’intervento di recupero del Torrione e la sistemazione dell’area circostante, con adeguata illuminazione e panchine, offrirà un luogo nuovo per la socialità, in un percorso di attenzione che la Fondazione Carispaq vuole rivolgere anche all’intero territorio cittadino”.

“Prevedibile che il Torrione avesse ancora molto da raccontarci. – conclude il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi – Questo simbolo aquilano, impresso nella memoria di ciascuno di noi fin dall’infanzia, sarà finalmente valorizzato mentre ci regala ulteriori spunti di studio e approfondimento sulla nostra storia. Merito delle professionalità e dei partner coinvolti nel progetto di restauro, che ringrazio per la cura e la dedizione, e merito della Fondazione Carispaq, sempre pronta alla collaborazione interistituzionale e a raccogliere e sostenere riqualificazione e ricostruzione del nostro territorio”.

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