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L’Aquila città europea dello sport, “una breve storia triste”

Capogruppo PD, Stefano Palumbo: "Ma quale, quella del palazzetto di viale Ovidio ancora da sistemare dopo 12 anni? Quella dell’impianto di Verdeaqua chiuso da 3 anni? Quella dei fallimenti delle squadre di calcio e di rugby?"

L’Aquila, città europea dello sport 2022. Ieri a Roma, nella sede del Coni, è stato consegnato ufficialmente il riconoscimento.

Dall’opposizione non esulta il capogruppo Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo, che in una nota racconta “una breve storia triste”, sottolineando che per accedere al titolo – che viene assegnato a 4 città italiane e oltre a L’Aquila hanno partecipato 3 città – il Comune ha dovuto pagare 1.800 euro.

Inoltre, “l’accordo prevede che ‘il Municipio si impegna ad individuare uno o più sponsor e partner (massimo 4) che verseranno ad ACES Europe la somma complessiva prevista in base alla dimensione del Municipio’, per L’Aquila si parla di 7.000 euro”.

Insomma, il capogruppo Pd fa un’analisi costi-benefici che lascia trapelare qualche dubbio sul ritorno sul territorio.

UNA BREVE STORIA TRISTE

Siamo stati proclamati “Città europea dello sport 2022”. Evviva. Abbiamo ricevuto anche la targa e, udite, udite, anche la ‘ciotola della benemerenza’, non so se mi spiego.

L’Aquila città europea dello sport? Ma quale, quella del palazzetto di viale Ovidio ancora da sistemare dopo 12 anni? Quella dell’impianto di Verdeaqua chiuso da 3 anni? Quella dei fallimenti delle squadre di calcio e di rugby?

Si, proprio quella!

Scusa, ma a chi viene assegnato questo titolo?

Viene conferito ogni anno da “Aces Europe” a quattro città italiane.

E quante città hanno fatto domanda per il 2022?

Quattro. L’Aquila e altre tre, in tutto quattro città su quattro titoli assegnabili.

Ah, ma allora era facile.
Sì, ma non bastava mica solo fare domanda?

Ah no?
Mbe, no, per partecipare bisognava pagare una quota di iscrizione di 1.800 euro.

E quali benefici derivano da questo titolo?
Potremmo dire che siamo “Città europea dello sport 2022”.

Cioè, abbiamo pagato una targa e una “ciotola della benemerenza” 1.800 euro, un affarone!!!
Magari !!!

Fammi capire meglio, spiegami bene.
L’accordo prevede che “il Municipio si impegna ad individuare uno o più sponsor e partner (massimo 4) che verseranno ad ACES Europe la somma complessiva prevista in base alla dimensione del Municipio”.

E a quanto ammonta?
Per le città con un numero di abitanti compreso tra 50.000 a 99.999, “appena” 7.000 euro.

Alla grande, quindi una targa e una “ciotola della benemerenza” ci sono costati 1.800 + 7.000 euro, ovvero 8.800 euro?
Più o meno.

Come più o meno?
In realtà il regolamento prevede anche che “sono a carico dei Municipi candidati i costi di vitto e alloggio per tutta la Commissione di Valutazione, composta da cinque membri. Sono altresì a carico dei Municipi candidati a Città Europea dello Sport i costi di viaggio in aereo o treno per un massimo di tre membri”.

Superiamo quindi i 10.000euro?
Mbe, sì.

10.000 euro per una targa e una “ciotola della benemerenza”?
Una targa, una “ciotola della benemerenza”, una foto davanti la sede del CONI, e la possibilità di fare tanti comunicati stampa per vantarci di essere Città Europea dello Sport.

A un anno dalle elezioni, in assenza di impianti sportivi e una ben che minima programmazione sullo sport, a questo prezzo non si poteva ottenere di più.
Capisc’ a me

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