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Ladro di panchine identificato: è un giovane di Collarmele

E' un giovane collarmelese l'autore del furto di 3 panchine nel Comune marsicano. Il 30enne, rintracciato dai Carabinieri, ha ammesso, alla fine, in parte, la sua responsabilità. Scatta, per lui, l'obbligo di dimora. Andrà in comunità alla fine della misura cautelare.

L’autore del furto di panchine è uno del posto, un abitante, cioè, di Collarmele. Si tratta di G.V., classe 1989, al quale, alla fine, è stata applicata una misura cautelare non detentiva, quale l’obbligo di dimora e il divieto di uscire dopo le 21 di sera. Il furto delle panchine avvenne alla fine del mese di giugno scorso. Una ferita anche morale, fu, per la comunità di Collarmele, anche perché si trattò del furto di panchine nuove di zecca.

Sulle tracce dell’uomo, i Carabinieri della Stazione di Collarmele, guidati dal maresciallo Antonia Di Genova. L’autore, comunque, ha, alla fine, ammesso ai militari di aver scambiato due panchine e di aver portato una delle tre coinvolte, davanti la sua abitazione. In realtà, però, le panchine sono state vendute per ricavarne del denaro, assieme ad altri oggetti in ferro. Il Pm che si è occupato del caso è il dottor Maurizio Maria Cerrato, mentre il Gip è il dottor Cervellino, del Foro di Avezzano.

Rapido e certosino il lavoro degli inquirenti, che hanno subito rintracciato le 3 panchine rubate, vendute al negozio dell’usato. Le panchine sono state, quindi, alla fine, recuperate e tornate nella disponibilità del Comune. All’epoca dei fatti avvenuti, venne sporta denuncia per furto aggravato per via dell’esposizione alla pubblica fede e per un altro furto, che, si è scoperto poi, il ragazzo attuò ai danni di un’abitazione Ater a Collarmele, abitata fino a qualche tempo prima. In quel caso, G.V. portò via delle finestre e altro materiale in ferro, con l’intento di rivendere tutto per guadagnare denaro.

Il giovane, comunque, era già noto alle Forze dell’Ordine per altri reati simili. La notizia del furto di panchine fece, in poche ore, il giro del web per la sua singolarità: il ragazzo, non a caso, prima che si risalisse a lui come autore dell’azione criminale, aveva già comunicato, visto il clamore suscitato dal suo gesto illecito, la sua intenzione di voler andare in comunità per essere seguito.

Azione positiva che porterà a termine più in avanti, quando la misura cautelare avrà terminato il suo corso.

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