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L’Abruzzo “arancione” diventa un caso nazionale

Il governo non ci sta e minaccia la diffida a Marsilio: "Nuovi contagi sotto diretta responsabilità della Regione"

Università, l’ordinanza di Marsilio: in ogni Ateneo un referente Covid-19

Quello dell’Abruzzo diventa un caso nazionale. Il governatore Marco Marsilio ha firmato l’ordinanza che riporta la regione in zona arancione a partire da oggi ma il governo non ci sta. Secondo quanto appreso dall’Ansa, l’esecutivo sta valutando in queste ore una lettera di diffida indirizzata a Marsilio, in cui si chiede al presidente di ritirare l’ordinanza.

Secondo la messa in mora, se la richiesta non sarà eseguita, la responsabilità di eventuali nuovi contagiati nei luoghi che sarebbero invece dovuti restare chiusi ricadrebbe sotto la diretta responsabilità della Regione Abruzzo. “L’ordinanza del presidente Marsilio è in vigore da oggi – spiegano fonti regionali – Il governo può solo, eventualmente, impugnarla”.

Lo staff di Marsilio aveva precisato che “l’interlocuzione con il Ministro, che è stato informato prima dell’adozione del provvedimento, si è svolta sempre all’insegna della reciproca correttezza e leale collaborazione istituzionale”.

“Il Presidente Marsilio – spiegano da Palazzo Silone – si era assunto la responsabilità di anticipare autonomamente l’applicazione della disciplina più restrittiva prevista dalle norme nazionali, con l’obiettivo di iniziare senza indugi la cura necessaria a riportare l’Abruzzo in sicurezza. I dati di due successivi report della Cabina di Regia nazionale e quelli dell’ultimo fine settimana dimostrano che l’obiettivo è stato raggiunto nel minor tempo possibile e, come auspicato, in tempo utile a riaprire le attività commerciali per l’inizio della stagione natalizia. La stessa Cabina di Regia nazionale aveva dato atto positivamente che la Regione aveva adottato in anticipo la disciplina più restrittiva”.

La fuga in avanti di Marsilio non è piaciuta al Ministro Boccia, che insiste sul ritorno in area arancione da mercoledì 9 dicembre: “Se l’Abruzzo tornasse in zona arancione da mercoledì avrebbe l’intesa del Ministero della Salute. Se decide autonomamente di andare in zona arancione da domani mattina – avverte l’esponente Pd – sarà diffidato perché diventa inevitabile tutelare sul piano sanitario tutti gli abruzzesi e tutti gli italiani”.

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