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L ‘Aquila, “vuoto” nelle Politiche Sociali

A fare il punto su uno dei settori più delicati in tempo di pandemia è il capogruppo di Italia Viva, Paolo Romano

“Aggiornare il piano sociale d’ambito, approvare una manifestazione di interesse per l’attivazione di progetti utili alla collettività (Puc) nell’ambito del Reddito di Cittadinanza, il sostegno alla genitorialità come intervento fondamentale per salvaguardare la relazione genitori-figli”.

Sono questi i temi centrali su cui bisogna intervenire per il capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale Paolo Romano, che ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa sul Sociale, un settore sicuramente delicato che merita un’attenzione particolare da parte del Governo cittadino.

Romano, nel suo intervento, ha rimarcato il vuoto amministrativo lasciato dall’assessore al ramo, Francesco Bignotti e ha sollecitato l’amministrazione comunale nel mettere in campo maggiori azioni per contrastare la povertà e le fragilità sociali.

La pandemia ha aumentato la fascia di fragilità economica, della povertà assoluta e di nuova povertà dovuta a chiusura o sospensione delle attività produttive, ha spiegato il consigliere di Iv.

Un allarme emerso in occasione delle festività natalizie, quando si sono create lunghe code dei beneficiari dei buoni spesa davanti al Csv.

“Un contesto allarmante che merita una maggiore e immediata considerazione all’interno del Piano sociale d’ambito che andrebbe rivisto con una maggiore risonanza all’inclusione e al contrasto della povertà, al bisogno alimentare e ai beni di prima necessità legate all’emergenza Covid – ha rimarcato Romano – Si comprende l’assoluta necessità che l’amministrazione comunale attivi azioni certe e immediate”.

Il 21 dicembre 2020, in Consiglio regionale, è stata votata la proroga del piano sociale regionale 2016/2018 che esplicherà i suoi effetti fino all’approvazione della nuova programmazione – ha aggiunto – A seguire anche l’ente d’ambito aquilano sarà chiamato a prorogare i propri strumenti programmatori sociali per il prossimo biennio, a meno che il Comune, in qualità di Ente d’ambito sociale, non decida di apportare alcune modifiche legate alla contestualizzazione delle criticità della popolazione cittadina.

L’ultimo piano sociale d’ambito della città dell’Aquila è stato approvato nel settembre 2017 e poggia su una base di analisi numerica della popolazione aquilana in termini di inclusione, disabilità, invecchiamento attivo, sostegno alle politiche della famiglia, servizi educativi per la prima infanzia che non comprende chiaramente la pandemia del 2020.

Ad ogni tematica corrisponde un’allocazione di risorse e una serie di misure specifiche in grado di aggredire dalle più grandi alle più piccole le questioni socio-sanitarie della società di riferimento.

Dalla prima approvazione del Piano sociale d’ambito del 2017 – ha ricordato – siamo oggi già alla seconda proroga senza che l’assessore abbia mai illustrato i risultati raggiunti e senza che il Consiglio abbia potuto constatare, monitorare e fare una sintesi sugli obiettivi che questo strumento di pianificazione sociale avrebbe dovuto raggiungere.

Per quanto riguarda l’attivazione di progetti utili alla collettività (Puc) nell’ambito del Reddito di Cittadinanza, poi, l’esponente di Italia Viva ha precisato che “Come già testato su altri comuni abruzzesi si potrebbero utilizzare i possessori del Reddito di Cittadinanza per progetti di utilità sociale ai fini del contrasto al Coronavirus”.

“Attivare i Puc significa inoltre responsabilizzare i beneficiari del Reddito di Cittadinanza a dare sostegno alla gestione delle criticità pubbliche mentre per l’amministrazione comunale significa poter rispondere a problematiche legate alla cosa pubblica, in particolar modo, in questo momento, al contesto sociale causato dal Covid”, ha precisato.

Tutti coloro che sono beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono infatti tenuti, ai sensi dell’articolo 4 comma 15 del decreto – legge n. 4 del 2019, “ad offrire la propria disponibilità allo svolgimento delle attività nell’ambito dei Progetti utili alla Collettività nel contesto del Patto per il Lavoro (di competenza del Centro dell’impiego) e del Patto per l’Inclusione Sociale (di competenza del Comune), per un numero non inferiore a ore otto settimanali, sino ad un massimo di sedici, e comunque compatibili con le altre attività del beneficiario”.

Il Decreto applicativo del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali affida ai comuni la titolarità di attivazione di un Progetto utile alla Collettività, che può avvalersi della collaborazione di enti del Terzo settore o di altri enti pubblici.

I Puc sono progettati dal Comune e possono essere svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, secondo le modalità individuate, quanto a caratteristiche e struttura dei progetti, da apposita delibera di Giunta comunale.

Si potrebbero promuovere progetti, tramite coinvolgimento della Asl 1 Avezzano-L’Aquila-Sulmona, da utilizzare agli ingressi dei distretti sanitari della città con la funzione di accoglienza e controllo del pubblico, attraverso il monitoraggio del distanziamento sociale, la misurazione della temperatura corporea e l’erogazione di informazioni sull’ubicazione dei servizi e/o uffici.

Si potrebbe in egual misura dare sostegno all’attività di accoglienza dei cittadini che accedono ai servizi sociali, per la riapertura delle scuole, dei musei e/o per il rispetto delle misure di prevenzione dei punti strategici e più frequentati della città, ha aggiunto.

Romano ha poi sottolineato il ritardo del Comune nell’attuazione del piano famiglia regionale.

Le risorse a finanziamento del Piano in argomento, nell’ottica di una programmazione regionale unitaria e sinergica delle politiche per la famiglia, complessivamente pari ad 694.000 euro, sono di derivazione statale per 294.000 euro e regionale per 400.000 euro stanziate al capitolo di spesa 71635 denominato “Provvidenze in favore della famiglia. L.R.95/95” del bilancio relativo al corrente esercizio finanziario e di cui 58.800 euro costituiscono il cofinanziamento regionale richiesto all’art. 3 del D.M. 14 maggio 2020 nella misura minima del 20% del predetto finanziamento statale. Con Determinazione dirigenziale n. DPG023/20 del 18/11/2020, le risorse sono state destinate a tutti gli Ecad che ne avessero fatto richiesta entro l’8 dicembre 2020.

Nella Determinazione dirigenziale (n. DPG023/20) del 18 novembre 2020 era presente anche una bozza di schema di riparto che prevedeva per l’Ecad n. 1 relativa al Comune dell’Aquila Azione 1 (Buoni Servizio che mirano ad affiancare le famiglie in difficoltà e le madri in situazioni di disagio-povertà) 7.325 euro, Azione 2 (Buoni Fornitura, erogazione di voucher per gestanti e madri sole in situazione di povertà e di isolamento) 7.325 euro, Azione 3 (Interventi formativi, di prevenzione, di socialità e di empowerment per i genitori) 11.661 euro che con un finanziamento del 20% regionale pari a 8.272 euro per un totale di 34.583 euro.

Purtroppo come si evince dalla Determinazione dirigenziale (n. DOG023/43) del 15 dicembre 2020, l’Ecad n. 1 e quindi il Comune dell’Aquila, non avendo risposto all’avviso, non potrà partecipare alla ripartizione dei fondi del piano famiglia 2020.

“Un brutto schiaffo che il Comune dell’Aquila porta a casa”, ha tuonato.

In più nel 2020 non si è riusciti a concretizzare, a valere sulle azioni del piano famiglia 2019, il progetto “LE RETI CHE PROTEGGONO”, che ha delle risorse impegnate e ancora non spese per un valore di 35.858 euro.
Il nostro comune infatti ha le risorse dei piani famiglia di cui alla L.R. 95/95 dal 2018 come voce di entrata ma non di uscita: sul territorio si attendono azioni sul piano famiglia dal 2018 che vengono puntualmente disattese.

Sono azioni concrete su buoni servizio, buoni fornitura e sostegno alla genitorialità che il Comune ha in cassa e non spende.

Parliamo per il solo 2018 di risorse pari a 56.823 euro, sui capitoli corrispondenti quale finanziamento per le attività inerenti le azioni previste nel progetto “Famiglia, genitorialità e nuove generazioni, anno 2018”, più 2.469,40 euro, quale cofinanziamento da parte dell’Ente Locale per la realizzazione del sopra menzionato progetto.

Il totale dei piani famiglia 2018, 2019 che il Comune dell’Aquila non riesce a spendere e che andrebbero invece accelerati, si aggira intorno ai 100.000 euro.

Dunque, ha denunciato Romano, 34.583 euro per il Piano famiglia 2020 sono persi e ben 100.000 euro circa di Piani famiglia 2018 e 2019 sono stati impegnati ma non spesi.

Nel piano sociale regionale 2016/2018, da poco prorogato – ha sottolineato Romano – nell’asse relativo alle politiche integrate per l’inclusione sociale troviamo riportato: “gli interventi regionali e degli ambiti territoriali sociali devono ricomprendere la realizzazione di interventi innovativi di inclusione per le persone colpite da fenomeni di nuova povertà derivanti dal sisma del 2009 dell’Aquila e cratere, con la previsione di specifiche misure di finanziamento, anche con l’utilizzo della quota vincolata del Fondo Sociale regionale”.

L’amministrazione attraverso la costituzione di un tavolo con l’assessore regionale e il dipartimento regionale competente, potrebbe reperire importanti risorse al fine di dare risposte alle maggiori esigenze che riguardano anche e soprattutto l’aiuto alle famiglie nel sostenere le spese mediche, utenze e affitti.

Rispetto a tali esigenze, infatti, gli aiuti in campo non sono sufficienti, per questo la ricerca di ulteriori risorse per rispondere a tali necessità assume una connotazione urgente quanto nevralgica. Per l’attuazione, il Comune si potrebbe avvalere della convenzione sottoscritta con il Csv così da permettere l’acquisto di buoni spesa spendibili in strutture commerciali che offrono il servizio di pagamento delle utenze e altri servizi.

Tra le risorse non ancora impegnate dal Comune il consigliere ha ricordato quelle per il completamento della struttura per i malati di alzheimer nell’ex Onpi.

In particolare nei mesi scorsi è stato approvato all’interno dell’assestamento generale di bilancio un mio emendamento che riguarda il completamento della struttura dedicata al Nucleo Alzheimer per un importo di euro 400.000 euro.

Vale a dire che ci sono risorse per velocizzare quest’opera che è fondamentale per la prospettiva di sviluppo della rete sociale e assistenziale dell’ex Onpi e del Comune dell’Aquila.

Dai documenti di bilancio approvati dal Consiglio comunale in questi anni si evidenzia che per l’attivazione e il completamento del Nucleo Alzheimer “risulta allo stato in corso di definizione l’iter inerente all’appalto dei lavori, da parte del competente Provveditorato Interregionale per le OOPP, soggetto attuatore dell’intervento”.

Definizione che necessitava solo del reperimento delle risorse da parte del Comune dell’Aquila di euro 400.000 euro.

Inoltre, nei corpi D ed E della struttura, oggi parzialmente occupati dai pazienti sfollati della Rsa di Montereale, a seguito degli eventi sismici del gennaio 2017, che vi resteranno fino al ripristino dell’agibilità della struttura, si possono accogliere, come rete protetta, ulteriori 36 ospiti ultra65enni autosufficienti, ovvero soggetti in grado di assolvere al disbrigo delle ordinarie pratiche quotidiane, relative alla cura della persona.

Per realizzare questo potenziamento è necessario che il Comune e l’Istituzione Csa accreditino 36 posti come rete protetta e che comincino a pianificare concretamente lo sviluppo di questo ulteriore servizio, non solo nelle more del Covid, ma anche nelle more dei lavori in corso nella sede della Rsa di Montereale.

Infine, Romano ha puntato i riflettori sulla promozione della formazione di un regolamento che assicuri l’accesso ai servizi offerti dai Centri Diurni per disabili mediante apposita convenzione con le numerose associazioni, operanti su base volontaristica, presenti nell’ambito territoriale dell’Ecad n. 1, a tutela della salute delle persone con disabilità e delle famiglie coinvolte.

Con la convenzione l’Amministrazione comunale sosterrebbe le realtà associative di utilità sociale e concederebbe ad esse un contributo nell’interesse degli utenti disabili e delle rispettive famiglie chiamate a sostenere, spesso in solitudine, un elevatissimo carico assistenziale, che diventa particolarmente gravoso all’uscita dal circuito scolastico.

Significa assicurare: sviluppo delle risorse individuali e di mantenimento delle capacità residue del disabile; raggiungimento del benessere Psico-fisico; ampliamento delle capacità relazionali; integrazione socio occupazionale protetta anche attraverso affiancamento di operatore, supporto indiretto con il sostegno finanziario delle famiglie con persone affette da disabilità grave coinvolte, contribuendo all’alleggerimento ed al sollievo dal rispettivo carico assistenziale; progressivo raggiungimento dell’autonomia del disabile.

Rientrano nella convenzione – ha ricordato – i progetti, a carattere socio-educativo, socio ricreativo, socio culturale, ludico, motorio, espressivo (teatrali-pittorico-musicali etc) e socio occupazionali-protette, realizzati in forma gratuita a favore di disabili in condizione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/92.

In generale sarebbe necessario per aumentare efficienza, celerità e certezza nei servizi di recepire le Linee Guide per la programmazione degli interventi per la non autosufficienza approvate dalla Regione Abruzzo nel novembre scorso.

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Redazione IMN