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Incidenti stradali: dal 2001 per la prima volta aumentano le vittime

Per la prima volta dal 2001 tornano a crescere in Italia le vittime di incidenti stradali: nel 2015 sono infatti stati registrati 3.428 decessi, ovvero l’1,4% in più rispetto al 2014. Lo rende noto l’Istat, che presenta questa mattina a Roma i dati definitivi sugli incidenti stradali dell’anno scorso in un workshop tenuto insieme con l’Automobile Club d’Italia (Aci).
Nel 2015 vi è stato anche un aumento dei feriti gravi per incidenti stradali: quasi 16 mila contro i 15 mila del 2014 (+6,4%). Tutto questo a fronte di una flessione dell’1,4% degli incidenti e dell’1,7% dei feriti. In totale, nel 2015 in Italia, si sono verificati 174.539 incidenti con lesioni a persone (478 in media ogni giorno), che hanno provocato 246.920 feriti, oltre ai 3.428 morti già citati. L’Istituto nazionale di statistica sottolinea come sia rilevante l’incremento della mortalità per incidenti stradali nei grandi Comuni: +8,6%, nel complesso, il numero delle vittime nell’abitato. L’Istat evidenzia inoltre l’aumento di vittime tra i motociclisti (773, ossia +9,8% rispetto al 2014) e dei pedoni (602, ovvero +4,1%, rispetto al 2014).

Sono invece in calo le vittime tra conducenti e passeggeri di automobili (1.468 decessi, cioè -1,5% sul 2014), tra i ciclomotoristi (105, ossia -6,3% sempre rispetto al 2014) e tra i ciclisti (251, cioè -8,1% sempre sul 2014). Tra le principali cause di incidenti, precisa l’Istat, si trovano la guida distratta, la velocità elevata e il mancato rispetto della distanza di sicurezza (nel complesso il 38,9% dei casi). Le violazioni al codice della strada più sanzionate sono state l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida. L’Istat osserva inoltre che con un tasso di mortalità stradale pari a 56 persone per milione di abitanti, l’Italia si colloca al 14esimo posto nell’Ue, dietro a Regno Unito, Spagna, Germania e Francia.
Per quanto riguarda infine l’età e il genere delle vittime, per gli uomini la classe di età con il maggior numero di decessi è quella tra i 20 e i 24 anni (238), mentre per le donne si sono registrati due picchi nella distribuzione delle vittime: il primo tra i 20 e i 24 anni (46 decessi), il secondo tra i 70 e gli 84 anni (188 vittime).

Fonte AGI

Foto di ANSA

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