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GdF: operazione “Tiguan” sul contrabbando: la base ad Avezzano

Sgominata ieri dai finanzieri del Comando provinciale di Rieti un'associazione a delinquere. L'operazione delle Fiamme Gialle è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Avezzano. La base era insediata ad Avezzano, ma capeggiata da soggetti di Perugia e Provincia di Avellino. 12 misure cautelari.

La Guardia di Finanza di Rieti, con il supporto -in codelega- dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Direzione Antifrode e Controlli di Roma, ha dato esecuzione ad un’Ordinanza di Applicazione di Misura Cautelare nei confronti di 12 soggetti, tutti indiziati di appartenere ad un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando, di carattere transnazionale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avezzano.

Il provvedimento, consistente in 4 custodie cautelari (due in carcere e due arresti domiciliari) e 8 obblighi di firma alla Polizia Giudiziaria, è stato eseguito in tre regioni italiane, con il supporto di militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Napoli e Perugia, nonché del Servizio Centrale I.C.O. di Roma.

L’operazione nasce da un’autonoma attività info-investigativa avviata nei mesi scorsi dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rieti, nell’ambito della quale si apprendeva dell’esistenza, nel territorio reatino, di un canale di fornitura di sigarette artigianali di contrabbando alimentato da soggetti con base nel vicino Comune di Avezzano.

La successiva attività di indagine delegata alle Fiamme Gialle reatine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avezzano nella persona del Sostituto Procuratore Maurizio Maria Cerrato, consentiva di individuare l’esistenza di un’articolata associazione a delinquere, insediata nell’avezzanese, ma capeggiata da soggetti fisici e giuridici operanti nel settore tabacchicolo dislocati in Umbria (provincia di Perugia) e Campania (provincia di Avellino), che distoglieva dai canali commerciali aziendali ingenti quantitativi di tabacco, destinandolo ai complici e contrabbandieri avezzanesi, per la successiva lavorazione in sigarette e/o in tabacco trinciato da fumo.

Nel corso delle indagini esperite, di carattere anche tecnico, svolte con il prezioso supporto del Servizio Centrale Investigativo sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma, si accertava, inoltre, che il sodalizio stava avviando un nuovo redditizio ed innovativo progetto criminale, consistente nella creazione, sempre nel comune di Avezzano (AQ), di una fabbrica clandestina di melassa di tabacco per narghilè (c.d. “shisha”), destinata a produrre decine di tonnellate l’anno di prodotto da immettere, in contrabbando, sia nel mercato nazionale che estero.

L’opificio clandestino, allestito con costosi macchinari nonché dotato di sofisticati sistemi di video sorveglianza tesi a rilevare avvicinamenti sospetti delle forze dell’ordine, veniva reso operativo con l’impiego di “tecnici” di origine mediorientale, detentori di un vero e proprio segreto di fabbricazione gelosamente custodito, appositamente assoldati dai promotori/imprenditori dell’associazione criminale per coordinare e supervisionare la produzione del primo ingente carico.
Il tempestivo intervento in flagranza dei finanzieri del Nucleo P.E.F. di Rieti presso il laboratorio, ha consentito di sottoporre a sequestro circa 3.440 kg di melassa di tabacco per narghilè, già pronta per essere immessa sul mercato nazionale ed europeo, per un complessivo valore -al dettaglio- di oltre 3 milioni di Euro, ulteriori kg. 400 circa di tabacco trinciato e di migliaia di sigarette artigianali già confezionate, nonché macchinari industriali del valore di circa 500.000 Euro e prodotti chimici -quali glicerina vegetale e sciroppi dolcificanti- per oltre 1500 kg., con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di tre “basisti”.
La complessiva attività investigativa ha così consentito la disarticolazione di una importante organizzazione criminosa, finalizzata al contrabbando di tabacco lavorato, di matrice nazionale e transazionale, la cui illecita attività, oltre ad alimentare un fiorente mercato contrabbandiero di sigarette artigianali sui territori del Lazio, Umbria, Campania e Abruzzo, aveva realizzato, in Italia, una fabbrica clandestina per un’ingente e continuativa produzione di melassa di tabacco destinato al mercato dei cd. “narghilè bar”, sempre più diffusi sul territorio nazionale ed ancor più in alcuni Paesi europei caratterizzati dalla forte presenza di comunità medio-orientali, stroncata dalle Fiamme Gialle alla prima produzione illecita. L’accisa evasa dall’organizzazione criminosa ed allo stato accertata dai finanzieri è pari a circa 3.500.000,00 euro, mentre il tabacco consumato “in frode” è di oltre dieci tonnellate.

L’esecuzione delle misure cautelari, nei confronti di soggetti residenti in Abruzzo (5), Umbria (3) e Campania (1), oltre a tre soggetti di nazionalità siriana, ha consentito ai finanzieri e ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane di sottoporre a sequestro penale ulteriori 3.600 Kg di tabacco lavorato e non sottoposto ad accisa, rinvenuti presso una delle aziende tabacchicole coinvolte nell’indagine.

L’attività delle Fiamme Gialle reatine, in collaborazione investigativa con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma, si inserisce nel più ampio quadro di tutela degli interessi erariali nazionali e dell’unione europea, in una fase storica in cui il fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati, e prodotti derivati, vive oggi una nuova recrudescenza per l’elevato costo delle sigarette e la crisi economica in atto, e così i gruppi criminali, attratti come sempre da facili guadagni, stanno tornando a trafficare e vendere sigarette di manifattura clandestina, nonché altri prodotti da fumo quali la “shisha” , in danno, oltre che delle risorse statali destinate alla collettività, anche della salute dei cittadini.

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