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Ecco il resoconto della prima giornata del ‘Festival del creato’: si terrà fino a domenica 16 settembre a Chieti

Grande partecipazione a tutti gli appuntamenti previsti nella prima giornata del “Festival del creato”, la manifestazione nata su un’iniziativa dell’Ordine francescano secolare d’Abruzzo coadiuvata dai Frati francescani delle obbedienze Minori, Cappuccini e Minori conventuali, dalla Gioventù francescana, dalla Consulta dei laici di Chieti e supportati dall’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e dal Comune di Chieti e ispirato al più longevo “Festival Francescano” di Bologna.

Tanti i giovani che hanno partecipato agli incontri che si sono susseguiti sin dalla della mattina, a partire dal workshop “Caccia al tesoro botanico”, alla villa comunale, a cura di Antimo Palumbo, storico ed esperto degli alberi, che ha risposto alle domande dei bambini delle scuole elementari dell’Istituto comprensivo 1 di Chieti e del Convitto nazionale G.B.Vico (160 alunni), che hanno scoperto con l’aiuto dell’esperto i segreti delle piante che da anni arricchiscono la villa comunale. Tanta partecipazione (150 ragazzi) anche alla conferenza/spettacolo dell’educAttore, scrittore e formatore Michele Dotti, che all’auditorium della scuola “G.Chiarini” ha parlato dell’ecologia come opportunità di benessere per tutti. Nuovi stili di vita il tema al centro del convegno con il missionario impegnato nel sociale Adriano Sella, autore di 8 proposte per una vita più semplice e più felice sul modello delle 8 beatitudini evangeliche. «La comunità cristiana è chiamata a vivere in un modo nuovo mediante nuovi stili di vita alla luce del Vangelo», ha spiegato Sella a una platea di 40 ragazzi del Convitto G.B.Vico.

La violenza di genere, dati, strumenti, storie e testimonianze, ma anche pregiudizi e distorsione dei dati reali: il tema oggi al centro del dibattito nazionale e internazionale, stimolato dal movimento femminista “Me too” a livello mediatico, è stato affrontato in modo inedito nel corso del convegno “Contro la violenza di ogni ‘genere’. Per un confronto sociologico, psicologico e legale”, che si è tenuto nella sede centrale della Camera di commercio di Chieti Alta. Il convegno è stato promosso dall’ordine dei Francescani e dal Festival del creato e dall’Aiga di Chieti (Associazione italiana giovani avvocati di Chieti). Ripartendo dalla violenza alla persona, si è dato risalto a tutte le sue forme: femminicidio e maschicidio. Il convegno è nato dalla necessità di rovesciare i luoghi comuni sul tema, ridimensionando l’allarmismo mediatico e riportando al centro i dati scientifici acclarati e le differenti posizioni teoriche che hanno preso in esame la violenza di genere. Tra gli interventi, quello del giudiece monocratico del tribunale di Chieti e componente collegio Andrea Di Berardino, il quale ha spiegato che «la violenza è sintomo di uno squilibrio culturale che va affrontato con lo strumento educativo, con la prevenzione prima di giungere al processo penale, il cui esito è comunque simbolico e serve a impedire oltre al reiterarsi della violenza o del maltrattamento, ad avere un riconoscimento pubblico e autorevole dell’ingiustificatezza delle violenze subite. Spesso – ha aggiunto il giudice monocratico – nell’ambito dei cicli di violenza in cui si trova coinvolta, la donna si colpevolizza per quelle violenze subite, come se se le fosse meritate. Occorre intervenire a monte sul rapporto, affrontando la violenza culturalmente, soprattutto nella violenza di coppia. L’uomo deve accettare, ad esempio, la decisione della donna di recidere il rapporto, non vivere la separazione come un proprio fallimento da impedire riaffermando il suo dominio». Il giudice ha fatto anche notare come non esista, di contro, una statistica dei maltrattamenti delle donne verso gli uomini e di come l’Istat nel somministrare i suoi questionari nel campo della violenza non include gli uomini, una scelta che viene contestata all’Istituto di statistica; gli uomini non denunciano le violenze subite dalle donne per un fatto culturale, di “vergogna”.

«In generale – ha concluso il giudice Di Berardino – comunque la violenza va combattuta come forma di potere di una persona o di un gruppo sugli altri, come forma di dominio».

Interessante lo spaccato emerso dal racconto della docente di Sociologia e responsabile del Centro antiviolenza donna “Alpha” di Chieti, Marialaura Di Loreto. «La violenza di genere è quella di un uomo nei confronti di una donna per il solo fatto di essere donna: questa è la definizione di ‘violenza di genere’. Esiste una tipologia di uomo – ha detto Di Loreto – che usa lo scontro come forma di potere sulla donna. Un fenomeno, quello dei maltrattamenti o della violenza femminile, trasversale (nelle fasce e classi sociali medio alte c’è un aumento della violenza) comune a tutte le fasce sociali, economiche e culturali che non può essere risolto soltanto con i centri antiviolenza o con pene aspre perché se il problema è emotivo, sociologico, culturale occorre agire ad altri livelli». La docente ha ricordato che «l’ Abruzzo è la quarta regione in Italia per violenza di genere, un triste risultato. Da gennaio a luglio 2018 nel territorio di Chieti sono stati 49 i casi gestiti dalla rete antiviolenza della città di Rieti». Tanti gli stereotipi da smentire sulla violenza di genere, tra cui: la violenza sulle donne è esercitata soprattutto da stranieri; la violenza riguarda le fasce svantaggiate, emarginate; la violenza come momentanea perdita di controllo.

Nel suo intervento, la criminologa Glenda Mancini, autrice del libro “Anche le donne uccidono. Quando è l’uomo a subire”, ha sottolineato che “anche le donne sanno usare le mani, essere violente contro i propri partner”. Nel suo volume, la criminologa ha sottolineato come “sul tema della violenza di genere è stato creato un allarme sociale, ingigandendo la realtà delle cose”, i dati descrivono una realtà nella quale gli omicidi in generale sono responsabili in Italia dello 0,06% dei decessi delle donne, invertendo il pensiero comune. Un esempio delle “bufale” che circolano in sul tema, è anche una passata campagna del famoso fotografo Oliviero Toscani, che riportava che “la violenza maschile è la prima causa di morte per una donna dai 15 ai 60 anni”, quando in realtà è l’ultima causa di morte (al primo posto ci sono le patologie del sistema cardiovascolare). In Italia, è inoltre emerso, a fronte dell’esistenza anche della violenza femminile sull’uomo, esiste un solo centro antiviolenza rivolto agli uomini, ed è a Milano, mentre se ne occupa nell’Aquilano soltanto il Caf di Avezzano (a Sulmona esiste un’associazione che si occupa dei padri separati, spesso vittime delle loro ex mogli). Nel corso del convengo è emerso inoltre che intorno alla violenza sulle donne si è creato un vero e proprio business, interessato a intercettare i fondi pubblici messi a disposizione di centri e realtà antiviolenza. Un dato in controtendenza è che negli ultimi 10 anni gli omicidi delle donne sono calati del 20%, passando da 150 a 121 (2017). «Acido, percosse, violenza psicologica e denigrazione: le donne spesso non sono meno violente degli uomini – spiega la criminologa -. Non solo offese e umiliazioni, ma ad esempio nelle fasi post separazioni utilizzo della denuncia in modo improprio di maltrattamenti in famiglia o di violenza sui minori, dalle procure poi smentite nell’80% dei casi perché non veritiere».

A chiudere il convegno, il docente universitario di Sociologia e scrittore Simone D’Alessandro, che ha curato l’intervento “Spunti di riflessione tratti dal pensiero femminista moderno e contemporaneo”. D’Alessandro ha sottolineato come l’Italia sia il Paese al primo posto nella distorsione dei fatti, dal tema della corruzione a quello dei migranti.

Di “Bellezza come rivelazione della verità dell’amore” ha invece parlato fra’ Domenico Paoletti nel suo intervento pomeridiano. Molto partecipato anche il seminario di Don Luigi Maria Epicoco a piazza G.B.Vico dal titolo “Lo splendore del Vero”. Momento di commozione e di raccoglimento alla cerimonia di apertura del Festival, a cura della famiglia francescana, con una preghiera dedicata a Enzo “Cipolla”, scomparso alcuni giorni fa.

Domani secondo giorno di interventi, laboratori, momenti di spiritualità e conferenze, tra cui la tavola rotonda “Le buone ragioni della bellezza tra fede, arte e filosofia”. Appuntamento alle 10:30 a piazza G.B. Vico. Interverranno: Bruno Forte, Arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto e Teologo; Francesco Ciglia, Ordinario di Filosofia Morale Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara; Carmelo Mezzasalma, Fondatore e superiore della Comunità di San Leolino; Alessandro Andreini, Presbitero della Comunità di San Leolino e docente presso la Gonzaga University di Firenze. Modera: Simone D’Alessandro, Docente universitario di Sociologia e responsabile Comunicazioni e Ricerche Sociali della Carsa. • In caso di pioggia: Auditorium CSI “Le Crocelle”.

A seguire, il ciclo di fast conference di 15 minuti ciascuno sul tema “La via della bellezza”, il tema scelto per questa edizione del “Festival del creato”.

Fonte e foto di: UFFICIO STAMPA: Marianna Gianforte – gianforte.marianna@gmail.com – 3317867878

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