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E’ pandemia: Conte barrica l’Italia, da domani tutto chiuso

Chiudono le attività accessorie. Deroga per i beni di prima necessità e generi e servizi di cui non si può fare a meno. Chiusi anche i bar. Restano aperti farmacie e alimentari.

Il Governo vara il decreto “cura-Italia”

“Questa è una sfida che riguarda la salute dei cittadini e la tenuta dell’economia nazionale. Una sfida che sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario italiano”. Il premier Giuseppe Conte, questa sera, ha esternato, in una conferenza stampa in diretta, ciò che tutti, nel bene e nel male, in queste ultime ore, stavano quantomeno pensando o sperando. La chiusura totale dell’Italia, un’immensa zona protetta, con 60 milioni di abitanti, ora ferma. Ferma ad attendere che la pandemia – così come è stata definita oggi dall’OMS – si esaurisca. Finisca la sua corsa forsennata.

L’aveva quasi preannunciato la Protezione Civile Nazionale oggi pomeriggio, sul tardi, con una più dura manovra per far rispettare la limitazione degli spostamenti agli italiani: l’auto-certificazione del movimento, deve essere manifestato alle Forze dell’Ordine anche se si è a piedi.

“Al primo posto ci sarà sempre la salute degli italiani. Solo qualche giorno fa, c’è stato il cambio radicale di vita e di abitudine delle persone. – ha detto Conte – Ma eravamo consapevoli che bisognava procedere gradualmente verso misure ancora più restrittive, perché tutti potessero capirlo e comprenderlo. Ora è il momento di compiere un passo in più: l’Italia protetta sarà sempre una zona unica. Dispongo la chiusura di tutte le attività commerciali. Chiudiamo negozi, bar, pub, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa che non consentano di rispettare le distanze di sicurezza. Vanno incentivate le ferie, i permessi retribuiti per i dipendenti, il lavoro agile e smart da casa. Le fabbriche potranno restare aperte solo se verranno rispettati severamente i protocolli di sicurezza, per evitare il contagio. Bisogna anticipare, per chi può, le ferie”. I punti di ristoro potranno continuare a lavorare con la consegna a domicilio. Non si chiudono i cantieri. Il sistema produttivo della Penisola, quindi, non si arresterà. Bisognerà, però, rispettare le regole. Lo stop per ra durerà fino al 25 marzo. Didattica a tutti i livelli sospesa fino al 3 aprile.

In effetti, questa sera, alle ore 18, il bollettino dei casi di contagio è stato allarmante: 10.590 persone sono risultate positive al virus. In Italia, sono 12.462 i casi totali. I deceduti 827. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha annunciato: si tratta di una pandemia, ossia di una epidemia con tendenza a diffondersi molto rapidamente su territori vastissima.

Resta, comunque, garantito il servizio dei trasporti e i servizi bancari, finanziari, assicurativi e postali. Rimarranno aperte, quindi, solo le attività necessarie. “L’effetto di questo sforzo – avverte Conte – si potrà vedere solo tra due settimane”. Per 15 giorni, l’Italia si siede.

E’ stato nominato anche un Commissario speciale, ad acta, per le strutture sanitarie: Domenico Arcuri.

“Se rispetteremo tutti queste regole, usciremo più in fretta da questa emergenza. Il paese ha bisogno di noi, 60 milioni di italiani hanno bisogno di noi. Andrà tutto bene”. Da domani, l’Italia si sveglierà per la seconda volta in un nuovo regime di vita.

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