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Due pesci rossi ‘salvati’ dal Sisma del Centro Sud: un bimbo li dona al N.O.V.P.C. di Tagliacozzo

«Da ogni disastro in cui ci immergiamo, da ogni ferita provocata da una, seppur violenta, calamità naturale, noi prendiamo e portiamo a casa sempre qualcosa di umano e qualcosa di concreto assieme. Questa volta, è toccato al coraggio ed alla dignità dimostrati da un popolo intero, quale quello del Reatino, scombussolato dal sisma, e a due pesci rossi, che abbiamo accolto a braccia aperte nella nostra sede operativa, qui a Tagliacozzo. Solitamente, infatti, l’emergenza ‘animali’, nel post terremoto, sembra avere soltanto i nomi di tutti i cani e di tutti i gatti che si perdono e che si disperdono fra le sue rovine. Invece, anche gli animali di più piccola taglia come i pesci fanno rumore, ancorché muti e questa storia ne è un esempio». Christian Rossi, presidente del N.O.V.P.C. di Tagliacozzo, al rientro dal campo tende di Grisciano, avvenuto il 15 settembre scorso, con queste esatte parole descrive l’atto di aver condotto con sé, nella Marsica, due ospiti particolari in più, che, assieme alla sua squadra, ha deciso di non abbandonare all’abbandono del caos post-sisma.

 

«Un bimbo di appena sette anni, – afferma – sopravvissuto al tragico terremoto del 24 agosto scorso, assieme alla sua famiglia, prima di essere dislocato in un’altra zona, dopo l’esperienza del campo accoglienza predisposto dalla Regione Abruzzo a Grisciano, ai nostri uomini della Protezione Civile ha dato in consegna questi due animaletti, perché lui avrebbe avuto difficoltà ad occuparsene. Pensiamo sempre, in questi casi, che l’animale domestico debba avere le fattezze di un cane o di un grosso gatto e non pensiamo mai che esso possa avere le sembianze, invece, di un innocuo pesce. Anche i due pesci rossi che ci sono stati consegnati, infatti, hanno subìto il livido del terremoto. Li abbiamo accolti nel nostro acquario e ce ne prenderemo cura da adesso in poi: a monte, c’è stata una promessa stretta con il loro padroncino», dice Christian. I pesci rossi sono stati accolti nella base della Protezione Civile tagliacozzana sin dai primi giorni di settembre. «Il bimbo era ‘ospite’ – continua ancora il presidente – del campo tende di Grisciano; nella confusione totale del terremoto, è riuscito a non separarsi dai suoi due animali domestici. Il post sisma è stato preoccupante, di fatti, anche per la gestione degli animali».

 

Secondo il racconto dell’incontro, comunque, il bambino ha consegnato spontaneamente la vaschetta contenente i due pesci rossi ai volontari di Tagliacozzo, che erano presenti al campo accoglienza di Grisciano, frazione di Accumoli, nella Provincia di Rieti. Il campo è stato allestito dalla Colonna Mobile della Regione Abruzzo ed abbracciava, sin dall’inizio della sua realizzazione, ben 250 sfollati, provenienti dai centri maggiormente colpiti dal terremoto. La Colonna Mobile, invece, è stata composta da 60 mezzi e da oltre 100 volontari, appartenenti a più di 20 Associazioni di volontariato della Protezione Civile. «Il bambino, dal canto suo, dopo aver visto la sua casa, posta al centro di Grisciano, svuotarsi, a poco a poco, di vita e di essenza, ha deciso di porre al riparo i suoi due piccoli animali domestici, regalandoceli. – dice Dario Valente, volontario della Protezione Civile tagliacozzana – Non sapendo la sua destinazione ultima geografica e logistica, di fatti, dopo aver recuperato i pesci rossi tra le rovine della sua dimora, assieme ai Vigili del Fuoco, li ha lasciati a noi e noi li abbiamo portati in sede, salvando, in questo modo, la loro vita ed anche la vita psicologica del loro padroncino, che era preoccupato per la loro sorte».

 

Il 15 settembre scorso, quindi, la squadra della Protezione Civile di Tagliacozzo è tornata a ‘casa’, con tanto materiale umano raccolto nelle tasche della divisa ed anche con un pizzico di cuore in più. «Di un terremoto, – dice Christian, infine – che sia quello accaduto a L’Aquila, ad Amatrice o ad Arquata, non riusciremo mai a spiegarci il profondo dolore, l’amaro in bocca, lo scombussolamento provato e l’agonia dei ricordi di una casa che, un tempo, sorgeva in piedi e di una vita che, sempre in quello stesso tempo, poteva essere definita normale. Forse, anzi, una vita, si riesce a definire finalmente normale proprio quando essa perde in solidità». La famiglia del bimbo di sette anni, originaria di Grisciano, si è salvata, quindi, dallo squarcio tellurico del sisma del 24 agosto. La loro casa, invece, che trovava collocazione proprio nel cuore della caratteristica frazione di Accumoli, ora è solo un monumento silente a ciò che v’era ieri. Silenziosa ma attaccata alla vita, come silenzioso ed attaccato alla vita può essere un piccolo pesce rosso.

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