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Di Pangrazio guarda singoli, centrodestra si spacca

Scontri all'interno di Fd'I, botta e risposta con la Lega, Simonelli lasciato alla porta dai meloniani. Sindaco isolato da partiti cerca sponde tra i consiglieri

Tra accordi saltati, ricerca di larghe intese ed evidenti spaccature in seno al centrodestra, lo scenario politico del Comune di Avezzano, a tratti kafkiano, restituisce un quadro sempre più caotico, in cui vinti e vincitori lasciano spazio a una lunga serie di personaggi in cerca d’autore e forse di un partito.

Già nei mesi scorsi la politica avezzanese era stata caratterizzata da diverse polemiche, a partire dal consigliere di minoranza Iride Cosimati, capogruppo di Fratelli D’Italia, “rea” – secondo la stessa opposizione – di un “attacco alla democrazia”, perché votata dalla maggioranza alla presidenza della Commissione Vigilanza.

Il caso ha rappresentato un primo segnale di apertura del sindaco Giovanni Di Pangrazio al gruppo di Fd’I, il tutto grazie ad un accordo con i vertici del partito e sotto la regia di uno dei big del centrodestra abruzzese, Guido Quintino Liris, assessore regionale.

Analizzando l’intera operazione – come anticipato da Info Media News – l’obiettivo del primo cittadino, che conta su una maggioranza “bulgara”, era quello di avvicinare Fd’I e creare un nuovo gruppo consiliare.

Stando alle ipotesi, del gruppo avrebbero fatto parte la Cosimati, Nello Simonelli (al tempo autosospeso dai meloniani proprio per candidarsi nelle liste di Di Pangrazio), e Alfredo Chiantini.

Ipotesi “a dir poco fantasiose”, come sottolineato in una nota di replica del 29 novembre scorso, che oggi tuttavia trovano un riscontro nella misura in cui lo stesso Simonelli ha presentato una domanda di adesione al partito di Fratelli d’Italia, cercando di rientrare tra le fila dei meloniani, che però hanno rifiutato l’istanza.

Alla base del niet – piuttosto scontato – il fatto di essersi candidato nelle liste dell’attuale sindaco, civico, con un passato nel centrosinistra.

Di Pangrazio segna il primo colpo: cercando di abbordare Simonelli – e al contempo Fd’I – ha creato una importante cesura in seno al partito di Giorgia Meloni, che tiene botta sul giovane consigliere, ma che ancora non scioglie il nodo sulla Cosimati, che – contrariamente alla linea del suo partito – si è astenuta in occasione di importanti votazioni in Consiglio comunale.

Al momento non è chiaro se il Fd’I intende prendere posizione in merito, ma da quanto si apprende da fonti interne allo stesso centrodestra, il clima è sempre più teso.

Se da una parte, dunque, i partiti di opposizione si mostrano compatti, dall’altra il sindaco di Avezzano – politico di lunga esperienza – punta sui singoli elementi, destabilizzando gli equilibri politici.
E sembra che ci stia riuscendo, anche se a caro prezzo: l’isolamento partitico.

Ad assumere un atteggiamento netto è stata invece la Lega, con il neo rappresentante regionale della Lega, Aurelio Bruni, che ha puntato il dito contro Fd’I (per il caso Cosimati), parlando di una posizione “imbarazzante” del gruppo meloniano all’interno dell’Assise civica di Avezzano.

Nel replicare a Bruni, Roberto Alfatti Appetiti, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, mostra l’ennesima spaccatura tra Fd’I e la Lega. L’esponente meloniano rimarca senza mezzi termini “alcune assenze strategiche” da parte del Carroccio.

Entra qui in gioco il consigliere leghista Alfredo Mascigrande, considerato infatti molto vicino al primo cittadino, per alcune “abili mosse” fatte in questi mesi.

Non sono passate inosservate alcune assenze in Consiglio comunale, assenze appunto “strategiche” secondo la stessa opposizione: eclatante quella in occasione della seduta in cui la maggioranza ha presentato il programma di mandato.

Mascigrande, che durante la campagna elettorale ha sostenuto l’allora candidato Tiziano Genovesi, avrebbe avviato una interlocuzione con Di Pangrazio in merito alle sue proposte sul quartiere Caruscino, che hanno riscosso il favore del sindaco proprio nei giorni scorsi.

In quest’ottica il Consiglio sul programma di mandato avrebbe rappresentato una vera grana per il consigliere eletto in quota Lega, che si sarebbe trovato di fronte a una scelta difficile: votare contro il programma – dando seguito a quanto professato nel periodo elettorale – con il rischio, però, di vanificare l’interlocuzione con Di Pangrazio; oppure astenersi, dando adito a polemiche e scontri interni all’opposizione.

Mascigrande in quell’occasione ha fatto però una terza scelta: non si è presentato – giustificando chiaramente l’assenza – tuttavia, l’opposizione ha visto la non presenza come una mera strategia dell’esponente del Carroccio.

Cercando di dipingere l’attuale quadro della situazione politica al Comune, la fotografia che viene restituita da note ufficiali, dichiarazioni “fuori dai microfoni” e riunioni dalle larghissime intese, è quella di un sindaco che del civismo – nel bene o nel male – ha fatto e dovuto fare il suo cavallo di battaglia, isolato dai partiti, ma con diversi “flirt” con i singoli consiglieri.

Di contro: L’opposizione ne esce scossa, ma compatta e la spaccatura del centrodestra potrebbe essere sanata facilmente, mettendo all’angolo gli elementi che non rispettano le linee del partito.

Restano alla finestra, almeno per il momento, il Pd e il gruppo civico del consigliere Mario Babbo.

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