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Da Avezzano mobilitazione contro la guerra

"Esponiamo bandiere della pace ai balconi e alle finestre delle case"

“Come in tante città d’Italia e del mondo anche ad Avezzano – nella sala comunale resa disponibile dal presidente del Consiglio comunale – si è riunito un articolato insieme di persone, associazioni, gruppi sociali e rappresentanze istituzionali: un ‘popolo della pace’ che vuole ascoltarsi, comprendersi, trovare punti di contatto per ribadire il desiderio, l’esigenza di pace e mettersi sul cammino della solidarietà verso l’Ucraina e la comunità delle donne ucraine che vivono nella Marsica, in ansia per i loro familiari lontani travolti dalle atrocità della guerra, e chiedono supporto, aiuto, prossimità”.

È quanto si legge in una nota inviata da Augusto Di Bastiano, presidente del Centro giuridico del cittadino.

“Una rete che dice ‘No’ alla sopraffazione delle armi in qualunque forma e vuole organizzarsi – adesso e per il tempo che verrà – per collaborare operativamente a favore delle vittime innocenti, delle povertà che già emergono e cresceranno dallo spargimento di sangue e distruzione che attraversa l’Europa di cui facciamo parte. Una rete che vuole darsi una programmazione e costituire un luogo operativo unitario, mettendosi a disposizione degli Organismi internazionali (come l’UNHCR, l’UNICEF, la CROCE ROSSA con la sua importante base logistica nell’interporto marsicano, ecc… ), unendosi alle parole delle comunità religiose di tutto il mondo e, in particolare, ai progetti della ‘Tavola della Pace della Diocesi dei Marsi‘, partecipando alle iniziative delle migliaia di cittadini e alle speranze di tanti giovani che colorano le piazze gridando ‘pace’. Agli incontri nel municipio di Avezzano c’era l’associazionismo, l’Unione dei comuni montani, esponenti del sindacato, delle cooperative, delle categorie professionali, di alcuni Enti locali, con la partecipazione di amministratori del capoluogo marsicano. Soprattutto c’erano le voci e il pianto di donne ucraine che chiedono aiuto contro l’orrore scatenato nel loro Paese e si stanno organizzando nell’associazione locale denominata ‘LA MADRE UCRAINA’. Si è invocata la creazione di un ‘PUNTO PACE’, come riferimento delle Istituzioni territoriali con l’apporto delle Organizzazione civiche, sociali, del Terzo Settore, di ogni cittadino che ripudi la guerra nella fedeltà alla Costituzione italiana, per la solidarietà e la libertà democratica, per la formazione di una coscienza della pace intesa come dialogo, incontro, non-violenza”, aggiunge.

“Esponiamo bandiere della pace ai balconi e alle finestre delle case; tessiamo un grande vessillo di pace e innalziamolo pubblicamente per significare che la Marsica vuole la pace; rendiamoci disponibili a costruire solidarietà – in modo concreto e duraturo – con la Comunità Ucraina presente sul territorio; promuoviamo rapporti di servizio con le grandi Organizzazioni umanitarie; uniamoci al programma proposto dalla “Tavola della Pace della Diocesi dei Marsi”; prepariamo insieme la manifestazione generale di domenica prossima in Piazza Risorgimento e valorizziamo la giornata dell’8 marzo come attenzione alle situazioni di sofferenza e resistenza delle donne ucraine; costruiamo una “RETE” di sensibilizzazione culturale verso mentalità e azioni pacifiche; entriamo (o rientriamo) a far parte di Organismi civici, istituzionali e popolari, che quotidianamente si occupano di “strategie di pace”, in grado di intervenire prontamente in ogni occasione che la minacci”.

“Organizziamoci per la pace, dunque, in modo continuativo e costante! Non troviamoci esposti all’emotività del momento disperdendo e affievolendo le spinte della solidarietà. È questa la proposta che la gente di pace della Marsica fa all’amministrazione del capoluogo della Marsica di voler regolamentare congiuntamente le tante azioni possibili, perché questo tempo non passi invano o si riduca a iniziative marginali, periferiche, sporadiche. Vi sia, invece, una crescita partecipativa della cittadinanza verso una cultura della pace, la comunicazione universale e la cooperazione tra i popoli”, conclude.

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