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Covid: preoccupa la diffusione della variante delta

Iss: diffusione bassa in Italia. In Inghilterra impennata di contagi fa slittare riaperture

Preoccupa la diffusione della variante delta. L’allarme arriva dall’Inghilterra, dove il premier Boris Johnson ha annunciato lo slittamento delle riaperture dal 21 giugno al 19 luglio dopo l’impennata di contagi (+64% nell’ultima settimana) dovuta alla circolazione della variante delta (già nota come ‘indiana’).

Colpisce la rapida diffusione: secondo gli studi, la variante delta è trasmissibile fino al 60% in più del ceppo cosiddetto inglese (variante alpha). Elementi finiti sul tavolo del governo britannico, che ha optato per un rinvio del ‘Freedom Day’.

Il vaccino Pfizer-BioNTech fornisce contro questa variante una protezione del 79%, rispetto al 92% di protezione con la variante inglese. Per il vaccino Oxford-AstraZeneca, invece, è stata rilevata una protezione del 60% contro le infezioni dovute alla variante indiana, rispetto al 73% della variante inglese.

La variante Delta “preoccupa” proprio proprio la capacità della variante di ‘bucare’ in parte il vaccino, evidenzia il professor Fabrizio Pregliasco ad Adnkronos.

Secondo un report dell’Istituto Superiore di Sanità sulle varianti di coronavirus, la circolazione della variante delta in Italia è ancora bassa, con una prevalenza che si attesta all’1%. “Il dato finora è basso, ma probabilmente è sottovalutata”, avverte Pregliasco: “Adesso dovremmo farci più attenzione”. Il rischio, “come ho detto fin dall’inizio è che in autunno ci sia un rialzo dei contagi, un colpo di coda del virus”.

Crescono i contagi nella palestra di Milano, dove nei giorni scorsi erano stati individuati dieci casi di Covid. “Ci sono 2 nuovi positivi collegati allo stesso focolaio”, comunica l’Ats Città Metropolitana, aggiungendo che il totale sale, quindi, a “12 casi, tutti in isolamento”. L’Agenzia di tutela della salute ha fatto “richiesta di sequenziamento per tutti i positivi”. “Per un caso, già comunicato, si tratta di variante Delta – precisa l’Ats – mentre per gli altri 11 si è in attesa dei risultati di laboratorio”. “Solo un caso su 12 è stato ricoverato – conclude la nota – mentre gli altri sono seguiti al domicilio”.

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