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Manager Testa: “Le parole uccidono più del virus”

Le dichiarazioni di Roberto Testa, manager assai contestato per la gestione della pandemia non solo in Marsica: "Sono sotto gli occhi di tutti, i numerosi articoli che mi sono trovato costretto a scrivere per confutare, con elementi documentali oggettivi, quei fatti riportati sui media non veri". Per Testa troppe fake news in circolo: "Ho interessato l'Autorità Giudiziaria contro la macchina del fango, per far emergere la verità".

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La nostra Redazione decide di pubblicare interamente l’intervento del manager della Asl 1 Roberto Testa, che ha scelto di inviare alla stampa le sue considerazioni a seguito di articoli e pubblicazioni varie che hanno riguardato il suo operato, dal punto di vista gestionale, in merito all’emergenza sanitaria tutt’ora in atto. Per il vertice dell’Azienda sanitaria locale della Provincia dell’Aquila sono state dette troppe “non verità”, “sono stati riportati dei fatti distorti”, “è stata minata alle fondamenta la fiducia che deve esserci tra cittadino e Asl”. Di seguito il suo contributo integrale:

“E’ un periodo, purtroppo lungo e con prospettive incerte, nel quale ci troviamo ad affrontare una pandemia che sta mettendo a dura prova il sistema economico e sociale ma, soprattutto, quello sanitario, mondo nel quale mi trovo ad operare da 30 anni, che è sempre stato oggetto di massima attenzione, giustamente, e destinatario della maggior parte delle risorse impegnate a livello regionale, mediamente il 70%, in quanto garante di un bene fondamentale e senza prezzo: la salute.

Ho avuto modo di vedere e di sentire, ancora una volta, l’alto grado di responsabilità, professionalità e abnegazione degli operatori dell’Azienda, a tutti i livelli, chiamati a fronteggiare questa seconda “ondata”, ma anche per assicurare l’attività “ordinaria”, atta a difendere e tutelare la salute collettiva, operatori ai quali va sempre il mio doveroso ringraziamento.
Ho parimenti avuto modo di leggere e di ascoltare, sulle varie testate giornalistiche, notizie riguardanti molteplici aspetti legati all’assistenza sanitaria dell’Azienda, talora con dovizia di particolari, che riportano fatti e situazioni gravi, quando non sconcertanti.

Nel massimo rispetto del diritto di informazione e di una dialettica sana e costruttiva, è parimenti doveroso ed obbligatorio – quale Rappresentante Legale dell’Azienda più importante a livello provinciale con i suoi 3500 operatori ed un bilancio di 700 milioni di euro – andare a verificare queste notizie, molto spesso provenienti da soggetti che ricoprono importanti ruoli istituzionali.

Sono sotto gli occhi di tutti, i numerosi articoli che mi sono trovato costretto a scrivere – distogliendo energie fisiche e mentali per combattere questo virus – per confutare, con elementi documentali oggettivi, quei fatti e circostante riportate sui media – in una sorta di progressiva escalation – che non rispondono alla realtà dei fatti e che hanno creato un clima mediatico, il cui risultato è quello:

di presentare una immagine distorta della sanità, negativa e pericolosa;
– di minare profondamente la fiducia del cittadino verso l’Azienda, quando non allontanandolo dalla stessa;
– di creare un clima aziendale negli operatori di sfiducia, quando non di prostrazione, a fronte del gravoso e quotidiano impegno profuso, che richiede invece la massima concentrazione e l’assenza di distrazioni, per l’alta responsabilità insita negli atti quotidiani posti in essere.

Avrei voluto dedicare tutte le energie solo in questa impari lotta contro il nemico invisibile quale è il coronavirus, ma è mio dovere tutelare anche l’immagine dell’Azienda e di tutti gli operatori che con spirito di abnegazione utilizzano quotidianamente le loro risorse fisiche e mentali nello svolgimento di lavori resi più difficili e complessi dalla pandemia.

I rappresentanti delle istituzioni, in particolare, hanno l’obbligo di agire con correttezza in ossequio ai principi stabiliti dalla Carta Costituzionale, evitando strumentalizzazioni dal sapore squisitamente politico.

Come detto, recentemente, ho avuto modo di riscontrare troppa disinformazione, troppe fake news, troppe condotte contrarie ai codici deontologici e di comportamento che fanno male non solo a chi ne è oggetto, ma ancor di più ai cittadini che da tale modus agendi escono disorientati.

Perciò, dopo avere contestato con dovizia di particolari le falsità apparse recentemente sugli organi di informazione locali, avevo e ho l’obbligo morale, oltre che giuridico, di interessare l’Autorità Giudiziaria competente, e lo ho fatto senza esitazione alcuna, senza timore, affinchè emerga la verità.

“Dicono di più su un’epoca le parole che non si usano più che le parole che si abusano” (Stanislaw Jerzy Lec)

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