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Continua la messa in sicurezza di Arischia e Cansatessa

Continuano le operazioni di messa in sicurezza nell’emergenza incendi nei monti intorno all'Aquila

Continua la messa in sicurezza di Arischia e Cansatessa

Continuano senza sosta le operazioni di messa in sicurezza dei Vigili del fuoco sugli incendi che dal 30 luglio sta mettendo a dura prova l’imponente dispositivo di soccorso messo in campo dalla regione Abruzzo e dallo Stato. Anche oggi sono impegnate tre squadre VF in coordinamento con altre squadre di volontari di protezione civile e del 9° Reggimento alpini e l’elicottero regionale in ausilio alle operazioni di bonifica. Ancora nella giornata del 10 agosto sono si è reso necessario l’intervento di tre canadair oltre a due elicotteri, in ausilio alle squadre di terra nelle operazioni di bonifica.
Un’emergenza che era iniziata il giorno 30 luglio, alle ore 13:45, quando perveniva alla sala operativa 115 dei Vigili del fuoco la prima richiesta d’intervento per un principio d’incendio di bosco lungo la S.S. n° 80 in prossimità della frazione di Arischia.
Sembrava una richiesta come tante che in questo periodo rendono incandescenti i telefoni di soccorso dei Vigili del fuoco.
Immediatamente veniva inviata una squadra dedicata al contrasto degli incendi boschivi, composta di cinque unità che ogni anno nel periodo estivo rafforza il dispositivo ordinario di soccorso in convenzione con la regione Abruzzo, raggiunge tempestivamente l’incendio con tre automezzi.
Il caposquadra giunto sul posto si rende subito conto della gravità della situazione in relazione alla potenziale estensione dell’incendio, dell’area impervia e delle temperature elevate, e richiede immediatamente alla Sala Operativa 115 l’intervento di un DOS (Direttore delle Operazioni di Spegnimento), unità dei vigili del fuoco qualificata nel coordinamento dello spegnimento degli incendi di bosco con impiego di velivoli antincendio e squadre operanti a terra.
Alle ore 15:30 circa, richiesti dal DOS, giungono sull’incendio ben cinque Canadair, velivoli della flotta aerea dei Vigili del fuoco in forza al COAU (Centro Operativo Aereo Unificato) che è la Struttura con cui il Dipartimento della Protezione Civile coordina l’attività di spegnimento degli incendi boschivi con la flotta aerea dello Stato sul territorio nazionale.
Il vento caldo e la vegetazione di conifere, piantagione ricca di resina e quindi facilmente combustibile, contribuisce alla rapida propagazione dell’incendio.
Il Comandante provinciale, l’ingegner Mauro Malizia, dopo una breve riunione di coordinamento con i più stretti collaboratori, dispone la strategia operativa da porre in essere, attua il raddoppio della turnazione di lavoro e attiva presso il Comando VVF di L’Aquila il Sistema di Comando e controllo della gestione delle emergenze (I.C.S.) individuando il ruolo del Direttore tecnico dei soccorsi (DTS).
Il Comando provinciale assume la direzione delle operazioni di attacco e controllo dell’incendio, la strategia operativa, la pianificazione, l’impiego di uomini e mezzi, la logistica, i rapporti con gli Enti sul territorio.
Le attività vengono svolte in stretto coordinamento con la Direzione regionale dei Vigili del fuoco, in contatto con la SOUP (Sala Operativa Unificata Permanente della regione) per le funzioni di raccordo con il COAU (Centro Operativo Aeronautico Unificato – Roma) al fine di gestire le richieste dei velivoli necessari da parte dei DOS.
Un UCL (Unità di Comando Locale), sotto la responsabilità di un funzionario dedicato, è prontamente dislocato presso l’abitato di Arischia per il coordinamento ravvicinato delle operazioni necessarie.
Le operazioni di spegnimento aereo, sospese durante la notte, riprendono alle prime luci dell’alba del 31 luglio ad opera di sei Canadair e tre elicotteri. Tra questi due S64 – Ericsson, elicotteri ad alta capacità di trasporto d’acqua (circa novemila litri), anch’essi appartenenti alla flotta aerea dei Vigili del fuoco in forza al COAU, oltre all’elicottero del dispositivo antincendio boschivo della Regione
dislocato presso l’aeroporto di Preturo. Persistono alte temperature e forte vento che rendono particolarmente insidiose le operazioni a terra e in aria.
Alle ore 14,00 circa del 31 luglio, nel pieno dell’incessante opera di contenimento delle fiamme, prestata generosamente da tutte le forze impiegate, un pennacchio di fumo si alza minaccioso nel cielo terso di una giornata torrida sul Monte Pettino, alle spalle del quartiere aquilano di Cansatessa, molto distante dall’incendio in atto di Arischia.
Un brivido precorre la schiena dei Vigili del fuoco già fortemente provati. Non è stata sufficiente la rapidità d’azione di un contingente del dispositivo operativo che con immediatezza ha raggiunto il nuovo focolaio. Il forte vento scaldato dal sole e dal fuoco, la vegetazione abbondante, l’area impervia e impenetrabile hanno facilitato la rapida propagazione delle fiamme.
In pochi minuti il focolaio originatosi all’interno di una vasta area montana, impervia e ricca di vegetazione mediterranea e di conifera, si è trasformato in un vasto incendio.
Immediatamente un altro DOS assume il coordinamento del secondo incendio e dispone con tempestività l’arrivo di cinque Canadair che raggiungono l’area iniziando un imponente bombardamento idrico che durerà oltre sei giorni.
Il Comandante Malizia aggiorna il sistema di Comando e Controllo disponendo la creazione di un secondo PCA/UCL (Posto di Comando Avanzato) sotto la direzione di un altro funzionario tecnico per la gestione ravvicinata del nuovo scenario emergenziale, con il Direttore tecnico dei soccorsi (DTS) che assume la direzione complessiva di tutte le operazioni connesse con i due incendi, con facoltà di adottare decisioni per quanto concerne la distribuzione delle forze anche aeree assegnate a ciascun UCL o DOS.
Sullo scenario emergenziale, oltre alle squadre delle sedi distaccate dei Vigili del fuoco di Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro, e quelle provenienti dai Comandi provinciali di Pescara, Teramo, Ascoli Piceno, Rieti e Terni, si aggiungono ulteriori rinforzi provenienti dai Comandi di Venezia, Verona, Padova, Treviso, Vicenza.
Il dispositivo operativo dei Vigili del fuoco raggiunge in tal modo la ragguardevole cifra di circa cento unità e quaranta mezzi, al loro fianco, squadre di volontari della Protezione Civile, e venticinque uomini del 9° battaglione del Reggimento Alpini di L’Aquila.
Imponente e senza precedenti è stato l’attacco aereo dell’incendio, che ha raggiunto picchi di presenza contemporanea di sette canadair, due elicotteri S64, ulteriori elicotteri tra cui quello regionale, con l’effettuazione oltre 500 lanci di acqua e schiumogeno in una sola giornata!
L’oscurità della notte non permette il proseguimento dello spegnimento dell’incendio in montagna, anche se sensibilmente ridimensionato ma ancora attivo. Rimane però l’intero dispositivo a presidio dell’area da proteggere.
L’opera di spegnimento continua senza sosta, con le squadre di terra poste a protezione delle abitazioni più prossime alla vegetazione pedemontana del Monte Pettino, e con un poderoso attacco aereo che ininterrottamente cerca di attenuare le fiamme nella zona più alta e impervia.
È necessario ora misurare l’efficacia dell’azione di spegnimento, soprattutto quella aerea.
In ausilio alle scelte operative operano anche i TAS (Servizio di Topografia Applicata al Soccorso) e, per la prima volta su uno scenario così complesso, anche i SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, i cosiddetti “droni”) due alte qualificazioni del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. I TAS in grado di supportare le operazioni mappando lo scenario emergenziale garantendo il lavoro in sicurezza delle squadre di terra. I SAPR, che grazie al sorvolo di droni, forniscono le necessarie informazioni in tempo reale in termini di estensione, temperature ed efficacia degli sganci aerei.
Dopo il sesto giorno d’incessante lavoro, l’incendio, se pur ancora attivo, può considerarsi sotto controllo. Uno scroscio di pioggia, caduta abbondantemente nella tarda serata del 4 agosto sul
fronte del secondo incendio di Pettino, ha certamente aiutato, ma non è stato determinante nell’economia complessiva dello spegnimento.
Infatti l’incendio è stato circoscritto dal formidabile attacco aereo confinandolo all’interno di spazi ristretti delle aree più inaccessibili.
Inizia l’opera più delicata, quella di raggiungere le fiamme ancora attive e abbatterle definitivamente. L’operazione viene organizzata anche con l’impiego di un elicottero dei Vigili del fuoco che provvede a trasportare in quota il personale permettendo di operare agilmente in aree altrimenti irraggiungibili.
Ad oggi l’emergenza si può considerare conclusa, l’incendio è sotto controllo, fatto salvo qualche sporadico fumaiolo, assolutamente fisiologico nella complessa dinamica d’incendi di questa portata.
Le squadre di rinforzo dei vigili del fuoco sono tutte rientrate presso i rispettivi comandi di appartenenza e l’orario di servizio dei Vigili del fuoco aquilani ha ripreso la normale turnazione.
Sono mantenute le tre squadre di rinforzo dedicate all’antincendio boschivo previste dalla convenzione con la Regione Abruzzo, le quali continuano a collaborare con l’esercito e la protezione civile regionale nelle operazioni di bonifica delle aree interessate.
Nonostante la complessità dei due scenari e il pesante bilancio in termini di perdita del patrimonio boschivo, non si sono registrati danni a cose o persone le quali, grazie all’enorme dispiegamento delle forze messe in campo e alla dislocazione del personale e mezzi di soccorso, non sono mai state in pericolo.

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