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Conti Sanità abruzzese, scontro Paolucci-Verì

Per capogruppo Pd presente "buco di oltre 100 milioni", per l'assessore alla Sanità "i conti sono ok, da Pd falsità"

Referendum legge elettorale, Paolucci: “Maggioranza allo sbando"

È scontro sui conti della sanità abruzzese: il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, torna a parlare di un disavanzo di oltre 100 milioni.

Parole che hanno scatenato un botta e risposta con l’assessore regionale al ramo Nicoletta Verì.

LA NOTA DELL’ASSESSORE

“Non c’è alcun buco nel sistema sanitario abruzzese. Quando la minoranza diffonde i dati contenuti nelle relazioni sull’andamento dei conti della sanità regionale, lo faccia compiutamente, senza limitarsi solo alle voci a sostegno delle loro tesi di parte, tra l’altro completamente e colpevolmente false”.

Lo puntualizza l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, commentando l’ennesima boutade del centrosinistra sul presunto disastro economico-finanziario della sanità abruzzese.

“I numeri sono chiari e soprattutto non sono interpretabili – continua la Verì – la perdita di esercizio del sistema sanitario al terzo trimestre 2021 è pari a 101 milioni di euro. Nello stesso periodo i costi sostenuti (e documentati) per l’emergenza Covid ammontano a 107 milioni di euro. Vale a dire che, al netto dei costi per la pandemia, il sistema non solo è in equilibrio, ma presenta un avanzo di circa 6 milioni”.

Per la gestione dell’emergenza, la Regione ha ricevuto (al terzo trimestre 2021) circa 28 milioni di trasferimenti statali, a fronte di costi sostenuti dalle Asl per 135 milioni.

Nel dettaglio, per il personale sono stati spesi 47 milioni di euro (per il reclutamento di circa 5mila figure professionali), per la spesa farmaceutica specifica poco più di un milione di euro, per la medicina di base 9 milioni di euro (per la sottoscrizione degli accordi per le vaccinazioni anti Covid), per l’esecuzione dei tamponi circa 22 milioni (per oltre un milione e mezzo di molecolari processati dall’inizio dell’emergenza).

“Forse gli esponenti del precedente governo regionale – prosegue l’assessore – dimenticano che il reclutamento del personale era fermo da anni e l’emergenza ci ha imposto di riprendere quelle assunzioni che proprio loro avevano bloccato. Senza queste figure professionali non saremmo mai riusciti a prendere in carico e curare quasi 85mila positivi che, voglio ribadire con forza, sono stati tutti assistiti in Abruzzo, fatta eccezione per un unico caso trasferito fuori regione per la particolarità del quadro clinico. Lo stesso discorso vale per i costi sostenuti per l’organizzazione delle vaccinazioni, che ci hanno consentito sempre di rimanere ai primi posti in Italia per copertura vaccinale, e per l’attività di testing, che ha permesso all’Abruzzo di contenere tempestivamente la diffusione del contagio”.

La Verì, dunque, ribadisce come non ci siano i presupposti per il commissariamento della sanità, ricordando come l’equilibrio dei sistemi sanitari regionali sia al centro di un’interlocuzione con il Governo nazionale da parte di tutte le Regioni italiane che, come l’Abruzzo, stanno affrontando l’emergenza in gran parte con risorse dei propri bilanci.

“Ricordo alle opposizioni – conclude – che l’emergenza non è ancora finita: i nostri concittadini, ma soprattutto tutti gli operatori sanitari, sono provati da quasi 2 anni di pandemia. E’ dunque profondamente scorretto e ingiusto agitare timori infondati da parte di chi riveste cariche istituzionali (e quindi conosce a fondo il sistema sanitario e le criticità che lui stesso ha lasciato), solo per meri fini di propaganda elettoralistica”.

LA REPLICA DI PAOLUCCI

“L’assessore Verì conferma i nostri numeri sulla mancanza di governance della sanità, sui debiti e sulla gravità della situazione post pandemica, a fronte anche dell’inesistenza di investimenti sia sulla rete sanitaria, rimasta invariata negli ultimi tre anni, nonché sul personale, sottodimensionato in ogni struttura abruzzese”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.

“Se la situazione è rosea, anzi, c’è addirittura un avanzo come dichiara, c’è da capire perché allora la Regione abbia chiesto anche pressantemente alle Asl, a settembre, i piani di rientro del debito – incalza l’ex assessore alla Sanità – Con questi numeri, l’assessore ribadisce che l’Abruzzo non rischia il commissariamento, ammettendo che l’equilibrio dei sistemi sanitari regionali dipende esclusivamente da un’interlocuzione con il Governo nazionale.

Quello che L’Assessore volutamente omette di dire, confermando anche in questo caso i nostri timori, è che hanno utilizzato già tutti gli 80 milioni di risorse aggiuntive covid (anni 2020-2021) nel solo anno 2020, e tornano a chiedere 107 milioni di ulteriori trasferimenti per il covid solo per i primi 9 mesi del 2021: in proporzione al Fondo Sanitario Regionale si tratta probabilmente della richiesta più consistente di tutto il Sistema Sanitario Italiano. Chiaro che ciò non fa che confermare che c’è un tema che si chiama “deficit sanità Abruzzo” su cui faremo battaglia ad ogni livello per avere chiarezza. Auspico un intervento del Governo nazionale e lo immagino credibile e in linea con le altre Regioni. Ciò significa, che comunque, siamo lontani dal garantire l’equilibrio.

Quanto al personale, l’Assessore omette anche in questo caso fatti inoppugnabili: il blocco del turnover al 100% sul personale si ebbe quando lei era Presidente della Commissione Sanità, con Chiodi a capo dell’esecutivo regionale e nella successiva legislatura, invece, fu ridotto al 50%; ma soprattutto uscimmo dal commissariamento a cui rischia di riportarci questo Governo regionale per assenza di governance e programmazione. Inoltre ci chiediamo poi come mai, nonostante lei parli di una spesa del personale lievitata per via del covid, la Regione non abbia liquidato ancora le prestazioni aggiuntive covid, per esempio alla Asl di Chieti, lo ricordiamo nella speranza che almeno sia iscritto nei loro Conti Economici e quindi a Bilancio, per non beffare le migliaia di operatori che hanno prestato servizio per esempio nei centri vaccinali.

Spero che l’assessore ne sia al corrente e conosca questo dato. La verità è che dopo ormai 3 anni, non solo non abbiamo documenti di programmazione, ma non ci sono atti prodotti che abbiano efficacia, né scelte tangibili sulla rete ospedaliera, su quella territoriale, sui distretti sanitari, sull’emergenza nelle zone interne, sul recupero delle prestazioni non erogate, sulla prevenzione della cittadinanza che avrebbe dovuto essere prioritaria dopo il covid. Sono tutte lacune su cui l’esecutivo non lavora, le porta avanti a briglia sciolta, andando incontro al termine di una delle Consiliature più improduttive della storia amministrativa abruzzese, mentre non abbiamo ancora conoscenza alcuna della programmazione delle risorse del PNRR – Salute”.

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