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Colonna in Giunta, assist Marsilio e regia di Liris

Il fedelissimo di Liris lascia il posto in Consiglio a Silvia D'Angelo, prima dei non eletti di Forza Italia, che entrerà però in quota Fd'I

Sarà il consigliere comunale dell’Aquila di Fratelli d’Italia Vito Colonna a sostituire l’ormai ex assessore Vittorio Fabrizi, che ieri mattina ha rassegnato le proprie dimissioni per prendere servizio presso la Struttura commissariale per il sisma 2016.

Sul nome di Colonna, fedelissimo di Guido Liris, assessore regionale ed ex vicesindaco del capoluogo, ancora non ci sono note ufficiali, ma da quanto appreso da fonti interne al centrodestra aquilano, la prossima settimana – probabilmente già domani – l’esponente meloniano entrerà a far parte dell’esecutivo comunale con deleghe pesanti: Ricostruzione privata, Opere pubbliche e Sport.

La “promozione” di Fabrizi lascia qualche perplessità se inserita in un quadro più ampio. E se è vero che il metodo – come sempre più spesso accade in politica – risiede nel fine, in questo caso la proposta accettata da Fabrizi assume quasi la forma di un “sollevamento” dall’incarico con il fine, evidente, di liberare un posto in Giunta.

Una rappresentanza chiesta a gran voce e da mesi proprio dal gruppo che fa capo a Liris e composto dai consiglieri ribelli che hanno sbattuto la porta in faccia a Forza Italia, fondando il movimento “Insieme per L’Aquila”, prima di convergere in Fd’I: Ferdinando Colantoni, Vito Colonna, Giancarlo Della Pelle e Roberto Junior Silveri (ora passato alla Lega), e il consigliere Leonardo Scimia, eletto nella lista civica del primo cittadino, Benvenuto Presente.

Liris, che per oltre un anno ha mantenuto un basso profilo, è passato da comprimario a regista dell’intera operazione: la situazione di mal di pancia in seno alle forze di maggioranza comunali, infatti, e i giochi di potere che si sono susseguiti in questi mesi contrassegnati da una profonda crisi del centrodestra del capoluogo abruzzese, alla fine si sono risolti solo grazie all’intervento regionale.

Non sembra un caso dunque che Fabrizi – ex dirigente comunale stimato sia negli ambienti di destra che di sinistra per la sua professionalità – sia stato scelto dal governatore Marco Marsilio, anche lui di Fd’I, nella Struttura commissariale per il sisma 2016.

Il gruppo dell’ex vicesindaco, a seguito della risoluzione della crisi e dell’armistizio tra i meloniani e il gruppo della Lega, è stato additato dai detrattori come l’unico ad essere stato sconfitto, soprattutto in virtù del fatto che il Caroccio – con il quale era in corso un braccio di ferro ormai da diverso tempo – ha ottenuto il reintegro di tutti gli assessori della Lega (Fabrizio Taranta, Fabrizia Aquilio e Daniele Ferella).

Di fatto l’intera operazione rappresenta un colpo di fioretto dell’assessore regionale, grazie anche all’intesa con il presidente Marco Marsilio e il primo cittadino dell’Aquila, e proprio in zona Cesarini, a un anno dalle elezioni amministrative nel capoluogo d’Abruzzo.

Maretta anche nel centrosinistra: “Giovanni Legnini lo ha accolto immediatamente nella struttura commissariale che dirige”, si legge nella nota inviata ieri dal Comune dell’Aquila. Legnini, uomo di centrosinistra, avrebbe giocato un ruolo fondamentale in questa partita, con il suo placet all’operazione.

Un fatto che ha creato malumori nell’area di centrosinistra aquilana e regionale, anche se nessuno – al momento – ha fatto dichiarazioni ufficiali in merito.

La spinosa questione della Giunta aquilana, irrisolta per mesi – nonostante le riunioni e le interlocuzioni che si sono susseguite e a cui ha preso parte anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – è stata risolta dunque solo in sede regionale.

Colonna, che avrà – è bene ricordarlo – deleghe strategiche per la città e per il suo futuro, lascia il posto in Consiglio Silvia D’Angelo, prima dei non eletti degli azzurri con 92 voti – secondo quanto lasciato trapelare da fonti di Fd’I -, che entrerebbe in quota Fd’I, andando a rafforzare il gruppo di Liris.

Al netto di revoche, deleghe sospese poi riassegnate, crisi, accordi, confronti e spaccature ricucite, ora la Giunta sembrerebbe essere quella definitiva che resterà in campo fino a fine mandato, che scadrà tra un anno.

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