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Collarmele, “La pazienza è finita, ufficio postale ancora monco”

Il sindaco punta i piedi: "Avevo chiesto di riaprire a tempo pieno l'Ufficio postale di Collarmele. Ora siamo in zona bianca, ma comunque non succede nulla". Lunedì partirà una raccolta firme che il Comune invierà a Poste Italiane ed ai rappresentanti delle istituzioni.

“La pazienza è ormai finita. Dopo innumerevoli richieste a Poste Italiane di riaprire a tempo pieno l’Ufficio postale di Collarmele, dopo i tentativi fatti anche attraverso deputati e senatori della Repubblica, non abbiamo avuto alcun riscontro. Ci hanno più volte comunicato che la chiusura temporanea a giorni alterni era giustificata dalla pandemia e che il nostro Ufficio postale sarebbe tornato alla normalità da settembre 2020“. Lo scrive in una nota di fuoco, rivolta a Poste Italiane, il sindaco di Collarmele Tonino Mostacci.

“Siamo arrivati – aggiunge – a Luglio 2021, con il paese in zona bianca, e nulla succede. Le mirabolanti promesse fatte non sono state mantenute, la campagna di Poste Italiane volta a migliorare i servizi nei piccoli comuni annunciata trionfalmente nel 2018 con un incontro a Roma tra l’Ente ed i sindaci dei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti appare ora una assurda pantomima”.

“Abbiamo sopportato vedere i nostri anziani attendere al freddo ed al gelo ore per poter usufruire dei servizi postali ed ora la stessa cosa si sta verificando con il caldo estivo. Lunedì partirà una raccolta firme che invieremo a Poste Italiane ed ai rappresentanti delle istituzioni. Ho pazientato, ho cercato di calmare i cittadini esasperati da questa situazione, ma ora non posso più esimermi dal denunciare pubblicamente questa situazione che mette a repentaglio anche la salute di persone fragili in un territorio marginale che cerca di resistere. Come possiamo pensare di fermare lo spopolamento delle aree interne se vengono tagliati i servizi; come possiamo sentirci uguali agli altri se non abbiamo le stesse possibilità. Assistiamo alle migrazioni economiche, alle migrazioni dalle guerre con i conseguenti slogan… aiutiamoli a casa loro; ecco, aiutateci a casa nostra, perché quando i territori interni saranno abbandonati, le conseguenze economiche, sociali ed ambientali saranno devastanti per tutti”, questa la conclusione.

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