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Coldiretti: un italiano su 3 esclude cibi per paura

Quasi un italiano su 3 (30,4%) è convinto che ci sono particolari tipi di alimenti che assolutamente non si devono mangiare e li esclude dalla dieta per motivi di salute. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Censis dalla quale si evidenzia che un crescente numero di persone non segue più il buon senso della tradizione popolare secondo il quale mangiare poco di tutto è la migliore ricetta per vivere in salute.

«Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è la tendenza a tagliare le quantità di cibo consumate ma anche a selezionare con più attenzione i piatti che si portano a casa. Con un peso di 18,9 chili alla settimana il carrello della spesa famigliare si è alleggerito al minimo storico da dieci anni, con un taglio netto nelle quantità di 2,5 chili accompagnato però da una crescente attenzione alle caratteristiche qualitative e alla curiosità per nuovi alimenti soprattutto con proprietà salutistiche».

Tra i fattori che determinano la dieta alimentare, infatti, il 41,5% degli italiani indica i propri gusti, il 39,4% la ricerca della qualità e della genuinità, il 29,5% la voglia di alimenti che facciano bene alla salute e prevengano malattie e solo una quota inferiore del 28,4% indica i prezzi. Una tendenza che, osserva Coldiretti, porta gli italiani a cercare ossessivamente i cosiddetti ‘superfood’ ai quali sono abbinate proprietà salutistiche dalle bacche di goji ai fagioli azuchi, ma anche lo zenzero, il cui giro di affari registra un +141% in un anno o la curcuma.

Al contrario si va anche affermando l’ esclusione aprioristica di determinati cibi con la crescita sugli scaffali dei prodotti ‘senza’, come conferma l’aumento record del 50% nell’ultimo anno degli acquisti di alimenti senza glutine ma crescono anche quelli senza lattosio, senza sale o senza saccarosio. Un orientamento non sempre è giustificato con significative tendenze come il 7,1% degli italiani che si dichiara vegetariano o l’1% di vegani per un totale dell’8% di persone che non mangiano carne. In questo contesto va segnalato però anche un rinnovato interesse tra gli italiani dei principi della dieta mediterranea.

Nel 2015 si è avuta infatti la svolta, con il ritorno sulle tavole con un aumento degli acquisti che va dal +5% per il pesce al +19% per l’olio di oliva ma cresce anche la spesa per la frutta (+5%), per gli ortaggi freschi (+3%) e per la pasta secca (+1%). «Una storica inversione di tendenza che – sottolinea Coldiretti – ha fatto registrare un boom nel 2016 con i consumi di frutta e verdura che hanno raggiunto il massimo dell’ultimo quadriennio per effetto di un aumento annuale medio di 3 chili di frutta e verdura per persona. Il risultato è che quest’anno il consumo procapite di frutta e verdura sfiorerà i 320 chili a testa».

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