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Chiusura punto nascita Sulmona, Pietrucci: “Marsilio complice”

Consigliere regionale: "Responsabilità della chiusura della struttura è tutta della Regione"

“Marsilio deve decidere se essere il Presidente della Regione che sa interloquire con il Governo per programmare il futuro della sanità abruzzese o un sobillatore di folle che tenta di nascondere le sue inettitudini dietro la chiamata alle armi dei cittadini peligni facendo leva, per giunta, sull’esasperazione e la paura proprie di un periodo come quello pandemico.
Il diniego sopraggiunto dal Comitato Percorso Nascita nazionale del Ministero della Salute alla presenza del Punto nascita di Sulmona getta nella disperazione un intero territorio, quello peligno, che è stato illuso dalle rassicurazioni di Marsilio e che oggi si sente persino apostrofare con un “armiamoci e partite” dal Presidente della Regione”.

Così il consigliere regionale di opposizione, Pierpaolo Pietrucci.

“Auspico che la battaglia che ho condotto in passato in prima persona – arrivando a votare contro l’orientamento della mia stessa maggioranza – sia portata avanti oggi senza alibi dal nuovo governo regionale con in testa i consiglieri eletti del territorio chiamati ad esprimersi senza nascondersi dietro la preoccupazione montante dei cittadini.
Sia chiaro: la responsabilità della chiusura della struttura è tutta della Regione“, aggiunge.

“La messa in sicurezza del Punto nascita di Sulmona – soprattutto con l’adeguamento del personale medico e ostetrico sotto dimensionato – doveva essere attuata quando si è chiesta la deroga al Comitato nazionale e non dopo a parole. Il regolamento ministeriale sulle deroghe, infatti, è chiarissimo: il rispetto degli standard deve essere concreto e reale e non teorico e futuribile”, spiega.

“Tutto questo Marsilio e il centrodestra lo sapevano bene. Ma nell’interlocuzione ministeriale non hanno trasmesso un solo atto di potenziamento della pianta organica, perché erano coscienti della presa in giro da teatranti che avrebbero dovuto sostenere. Un’inerzia che riguarda tutta la sanità abruzzese dove Marsilio non ha voluto né programmare né utilizzare gli oltre 500 milioni a disposizione per una riorganizzazione sul territorio, perché ognuno potesse puntare sulle esigenze, eccellenze e competenze proprie.
Invece la Regione è rimasta ferma – completamente immobile – e ora dimostra pure la sua viltà perché, senza aver mosso una paglia per rendere sicuro il Punto nascite, adesso codardamente accusa altri”, sottolinea.

“Questa responsabilità, che con onestà intellettuale ho attribuito alla Regione ai tempi in cui era commissariata sulla Sanità, resta ancor più a carico dell’attuale Giunta ora che non è più commissariata e quando, con la pandemia, il diritto alle cure è diventato il perno su cui poggiare il nostro futuro. A Marsilio dico che è giunto il momento di cominciare a scoperchiare i danni fatti alla Sanità abruzzese dall’inerzia della sua Giunta e di assumersi le responsabilità proprie di chi governa”, conclude.

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