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Carcere Sulmona, la sua vita è appesa a un filo

L'allarme della Uil Polizia Penitenziaria. Il sindacato denuncia la presenza di personale anziano e insufficiente. "Se non si farà presto qualcosa, il penitenziario peligno morirà".

La vita del carcere di Sulmona è appesa a un filo sottilissimo. Almeno secondo gli ultimi dati a disposizione delle sigle sindacali. Problemi e criticità da risolvere non più rinviabili a data da destinarsi.

Durante l’esame congiunto che si è tenuto nella giornata di ieri – chiesto dalla UIL al fine di bloccare un ordine di servizio emanato dalla direzione del carcere, che non rispondeva ai voleri di molto del personale di stanza all’Istituto di Piazzale Vittime del dovere – la dirigenza uillina ha presentato una nota a verbale nella quale ha elencato le innumerevoli e non più procrastinabili problematiche insistenti.

“Queste criticità – si legge nella nota stampa – non rendono più praticabile un’idonea e condivisa risoluzione delle controversie ivi presenti tanto che la propedeuticità che porterà la Uil a sedere sul tavolo tecnico, per ridisegnare l’organizzazione del lavoro, non potrà che dipendere dalla loro soluzione”, così si legge nella nota a firma dei dirigenti Giovanni Leopardi, Claudio Centofanti, Ferruccio Colonico e Mauro Nardella. Una nota, inviata alla stampa, in cui si contesta all’Amministrazione la mancata attribuzione di sufficiente personale volto a bilanciare l’aumento considerevole di graduati siano essi ispettori che sovrintendenti, frutto della promozione di agenti ed assistenti il cui ruolo è stato, di fatto e per via della mancata compensazione con nuovi ingressi, ancor di più “assottigliato”.

La Uil ha tenuto a precisare che “non si può permettere la riduzione di questa categoria di poliziotti visto che i loro componenti rappresentano un vero e proprio ruolo-pilastro. Sono loro, infatti, coloro i quali operano in tutti i settori del penitenziario, svolgendo mansioni determinanti per il mantenimento della sicurezza e delle regole intramurarie. Allo stato attuale, sono circa 50 le unità di questo gruppo di persone mancanti e il tutto al netto di un padiglione nuovo che a breve vedrà il suo battesimo e che dovrebbe prevedere l’avvento di ulteriori 30 della stessa fattispecie se si vorrà renderlo funzionale. La UIL a dir la verità, proprio per azzerare i tempi morti derivanti dall’impossibilità di reperire subito nuovo personale se non attraverso la fuoriuscita di nuovi corsisti, ha avanzato delle proposte che, nelle more dell’invio di nuovi agenti, potrebbe fare rifiatare un personale sempre più stanco e che non ce la fa più”.

Tra queste la chiusura del reparto collaboratori e sua trasformazione in presidio multi videoconferenze e la chiusura, contestualmente all’apertura del nuovo padiglione, dei vecchi reparti col fine precipuo di renderli attuali dal punto di vista sia ordinamentale che meramente improntati a sicurezza e salubrità ( il nuovo padiglione avrà camere detentive con aria condizionata e docce mentre quelli vecchi no).

Sempre secondo la UIL andrebbe rivista la politica di assegnazione del personale al carcere di Sulmona visto che “quasi sistematicamente gli agenti appena “sfornati’ dai corsi di formazione vengono dirottati negli istituti del nord Italia. In virtù della diversa attribuzione dei diritti soggettivi (i nuovi agenti hanno diritto a 30 giorni di congedo ordinario mentre al poliziotto medio operante a Sulmona spettano 45 giorni di ferie) e a parità di condizioni logistico- strutturali, il carcere di Sulmona si ritrova con circa 2000 turni lavorativi potenziali in meno rispetto ad un suo pari del Nord“, questa la conclusione.

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