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Bidello accusato di molestie, revocata la misura cautelare

Sabato mattina si è espresso il Gip dell'Aquila, Billi. La misura cautelare è stata revocata. L'avvocato difensore dell'uomo: "Bisogna dare atto dell'estrema onestà intellettuale del PM e del giudice, che hanno immediatamente ascoltato i testimoni indicati dall'impianto difensivo".

Nel giro di pochi giorni, il Giudice per le indagini preliminari dell’Aquila, Billi, ha revocato la misura cautelare dell’obbligo di dimora, misura che costringeva il bidello originario della Marsica a non poter lasciare il proprio Comune di residenza.

Protagonista negativo della storia, lo ricordiamo, un bidello marsicano, accusato di un reato gravissimo – emerso a seguito della denuncia di una ragazza minorenne – quello di abusi e molestie sessuali a scuola. Il pubblico ministero che sta seguendo il caso ha ascoltato i due testimoni chiave indicati dall’uomo sotto indagine e dal suo avvocato difensore, l’avvocato Polce di Avezzano.

I fatti oggetto di indagine si sarebbero verificati – stando all’impianto dell’accusa – tra i corridoi dell’Istituto di scuola superiore Da Vinci-Colecchi del capoluogo d’Abruzzo.

L’uomo, di 57 anni, è residente in un Comune della Marsica. “Per lui sono stati giorni di forte stress – ci racconta il suo difensore – giorni che ha vissuto al centro della cronaca e della macchina del fango. Ora è libero, perché la misura è stata revocata, ma gli ho consigliato di prendersi qualche giorno di pausa dal lavoro per staccare la spina. Devo riconoscere la lucidità e l’onestà intellettuale dell’organismo inquirente in questa storia”.

Il bidello, che da anni lavora in quella scuola superiore, ha risposto alle domande del Giudice e si è dichiarato sin da subito “totalmente estraneo ai fatti”, così come ribadito a questa Redazione anche dal suo stesso difensore.

La scuola, comunque, prenderà con ogni probabilità un provvedimento disciplinare nei confronti del dipendente dell’Istituto. Per il momento il bidello marsicano di 57 anni non si recherà al lavoro ma trascorrerà un periodo di “riposo” a casa.

“Si è minata – conclude il suo legale difensore – la credibilità umana e professionale della persona, in questo caso, sono convinto che “.

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