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Avvocato scrive a Testa: “E i medici di famiglia e le guardie mediche?”

"Il manager dovrebbe preoccuparsi dei bisogni di medici di famiglia e guardie mediche, in trincea. Si trovano ad operare senza DIP e in sedi sporche".

“Il direttore generale Testa non può lodarsi per aver sbloccato i fondi relativi agli anni 2016 e 2017 a beneficio dei dirigenti medici della Asl1. Questo era un suo dovere. Dovrebbe invece prendere maggiormente a cuore i bisogni dei medici di famiglia e dei medici titolari di continuità assistenziale (guardie mediche) anche loro schierati in prima linea in questa emergenza sanitaria”.

E’ la replica dell’avvocato marsicano, Jacopo Angelini, al manager, Roberto Testa, dopo che la Asl 1 ha annunciato, in una nota, lo sblocco dei fondi per il trattamento accessorio sospeso e il saldo di produttività individuale per circa 3192 dipendenti relativi agli anni 2016 e 2017.

“Sulle cosiddette guardie mediche c’è un mondo di contraddizioni. Sono medici di trincea così come i medici di famiglia eppure oggi si trovano ad operare senza adeguati dispositivi di protezione individuali, in sedi sporche, scomode e assolutamente non sicure, con indennità di rischio soppresse e stipendi tra i più bassi d’Italia. Perché di concerto con la Regione”, prosegue il legale, marito di un medico di famiglia e titolare di continuità assistenziale.

“Il nostro direttore generale, visto che di tale ispirazione politica e a quanto pare risolutore di problemi, non decide una volta per tutte di iniziare a tutelare questi operatori sanitari che non hanno la fortuna di sedere a tavoli prestigiosi di comando, con lauti stipendi e indennità di risultato non proprio parche? Ribadisco – conclude Angelini – gli ostacoli sulle aperture degli studi medici e sulla costituzione dell’Associazione tra medici di medicina generale nel distretto sanitario marsicano. Perché l’Abruzzo va a diverse velocità su questo punto? Eppure le norme sono chiare se solo si riuscisse ad applicarle correttamente. Ci sono strumenti che la legge offre, come i Nuclei di Cure Primarie in Gruppo, che potrebbero rivelarsi importanti per affrontare al meglio anche questo tipo di emergenza, ma nella Marsica ancora pochi perché ostacolati da inutili e sporadiche riunioni del comitato aziendale. Stiamo vivendo giorni, settimane (e saranno mesi) lunghissimi, difficili ed intensi. Quindi lungi da me fare polemiche sterili e soprattutto populiste, ma ora più che mai sento il bisogno di levare una voce dal coro per rivendicare i diritti e segnalare le esigenze del personale medico della Asl 1”.

L’avvocato Jacopo Angelini è stato anche tra quattordici legali marsicani firmatari della proposta alla Regione Abruzzo di impiegare la struttura dell’interporto di Avezzano per l’emergenza Covid-19.

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