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Artva, Pietrucci a Liris: “Obbligo c’è già”

Il consigliere regionale del Pd replica all'assessore Liris: "Altro che Regione 'pioniera nel settore…con una legge d’avanguardia'!"

“L’obbligatorietà dell’ARTVA vige già in Italia e in Abruzzo da oltre 17 anni“.

Così, il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci risponde all’assessore regionale alle Aree interne Guido Liris, che aveva detto di voler istituire “un tavolo di lavoro con Soccorso Alpino (CNSAS), Club Alpino Italiano (Cai), Guide Alpine, Esercito, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Protezione Civile Regionale e tutti gli esperti del settore per valutare insieme la possibilità di rendere obbligatorio in Abruzzo, così come lo è in altre regioni italiane di montagna (Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia), l’apparecchio Artva”.

“Caro assessore il tema serio e drammatico della sicurezza in montagna, a poche settimane dalla tragedia del monte Velino, richiede una riflessione di ben altro spessore, e non una proposta che esiste da anni. Ti avranno già segnalato, immagino, che l’obbligatorietà dell’ARTVA (la ricetrasmittente a onde radio che individua chi è sepolto da una valanga) vige già in Italia e in Abruzzo”, spiega.

“È un obbligo scritto da oltre 17 anni nella L. 363/2003, all’art. 17 (Sci fuori pista e sci-alpinismo). 1. […] 2. I soggetti che praticano lo sci-alpinismo devono munirsi, laddove, per le condizioni climatiche e della neve, sussistano evidenti rischi di valanghe, di appositi sistemi elettronici per garantire un idoneo intervento di soccorso. È un obbligo scritto da oltre 15 anni nella LR. 24/2005, all’art. 99 (Sci fuoripista, scialpinismo e alpinismo) 1. […] 2. I soggetti che praticano lo scialpinismo devono munirsi di Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga (ARTVA), Pala e Sonda per garantire un idoneo intervento di soccorso. 3. […]”, sottolinea.

“Altro che Regione ‘pioniera nel settore…con una legge d’avanguardia’! Volendo contemplare anche gli escursionisti con ciaspole o ramponi, basterebbe un emendamento di mezzo rigo. Ma il tema è molto più rilevante. Per l’obiettivo sacrosanto di promuovere la cultura della sicurezza in montagna serve una strategia a 360°. Servono azioni di sviluppo locale, politiche di formazione e informazione, pratiche di conoscenza e manutenzione del territorio, educazione alla prudenza, al senso di responsabilità e alla consapevolezza del rischio, promozione di pratiche sportive rispettose della montagna, della natura, del clima, sostegno a chi opera in quota, coordinamento continuo tra i corpi dello Stato e il volontariato sociale”.

“È tutto questo, dunque, che va messo in pratica: incrementando i finanziamenti e il sostegno concreto all’insieme delle associazioni impegnate a valorizzare e promuovere la montagna e nel soccorso in caso di disgrazie o calamità; dando piena applicazione alla L.R. 42 del 2016 “Istituzione Rete Escursionistica Alpinistica Speleologica Torrentistica Abruzzo (REASTA) per lo sviluppo sostenibile socio-economico delle zone montane e nuove norme per il Soccorso in ambiente montano” una normativa moderna e molto efficace se adeguatamente finanziata che la Regione (su mia proposta, sottoscritta anche da Monticelli e Berardinetti, condivisa da tutto l’associazionismo montano, dal CNSAS al CAI al Collegio delle Guide Alpine) ha approvato oltre 4 anni fa; riportando all’Aquila la Sede regionale del Soccorso Alpino provocatoriamente trasferita a Pescara e su cui sto depositando una proposta di legge condivisa con il collega Santangelo; assicurando adeguati e tempestivi ristori agli operatori della montagna a cui è affidata, con la gestione di impianti e strutture di servizio, una preziosa azione di monitoraggio, presenza e intervento sul territorio; con nuovi investimenti per la manutenzione e la valorizzazione del sistema di sentieri, ferrate e rifugi: questa scelta, fatta nella scorsa legislatura da me e da Lolli, destinò 2,7 milioni di euro al Parco Gran Sasso-Laga favorendo lo straordinario afflusso turistico di questi anni soprattutto in estate e a causa della pandemia; rilanciando il lavoro da noi avviato sul Piano d’Area e sulla valorizzazione multistagionale della montagna, multistagionale con discipline sportive in crescita, dal trekking al fondo, dal biking al downhill, dai sentieri per disabili alle ippovie; promuovendo una regia condivisa e tavoli permanenti di monitoraggio tra i soggetti interessati, per non essere costretti a discutere solo quando avvengono le disgrazie”, aggiunge.

“Queste, caro assessore, sono le cose serie e importanti da fare per promuovere la cultura, il rispetto, la conoscenza e la sicurezza la sicurezza in montagna. Avevo già rivolto a tutti i rappresentanti aquilani un appello alla collaborazione istituzionale, da te ignorato. Mi auguro questa volta di trovare il tuo ascolto”, conclude Pietrucci.

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